Ampliamenti e chiarificazioni

 

La situazione.

 

Nella fase di ricostruzione, subito dopo la guerra, lo Stato aveva emesso una legge con cui concedeva un contributo pari all’ammontare del danno subìto a causa di avvenimenti bellici, a chi ricostruiva o riattava gli edifici (case di abitazione, ospedali, scuole, conventi, ecc.) danneggiati o distrutti. Naturalmente dietro presentazione di documenti comprovanti la causa e l’entità dei danni, e secondo le possibilità di bilancio. (Doc. 1). È evidente che per chiudere le ferite enormi causate dalla guerra solo in questo settore, dovevano passare diecine di anni.

Noi Stimmatini avevamo a Verona tre blocchi di edifici da ricostruire: la chiesa della Madonna di Lourdes, le scuole e convitto Stimate, la Scuola Apostolica. Non potevamo pretendere di avere subito e tutto il finanziamento garantito dallo Stato, quando altri enti erano nella medesima situazione. Questa ovvia costatazione ce la sentimmo ripetere più e più volte da funzionari incaricati di esaminare le pratiche.

Altra ovvia osservazione: il contributo per i danni di guerra non copriva mai il costo totale della ricostruzione, perché era erogato con economia fino all’osso, e perché, di solito, chi ricostruiva lo faceva con maggior ampiezza, con materiali più costosi, realizzando locali più adatti alle nuove esigenze, ecc. Perciò una parte del costo di ricostruzione – e talora la più consistente – doveva essere sostenuta dai proprietari.

Dunque, allo scopo di pervenire ad una pronta e organica ricostruzione, il Provinciale di allora, padre Vittorio Gardumi, diede l’incarico, per iscritto, all’architetto Flavio Vincita di procedere alla perizia del danno causato dalla guerra agli edifici, e di passare alla progettazione del complesso delle Stimate, riservando la progettazione della Scuola Apostolica ad un secondo tempo. L’incarico, in pratica, si estendeva a tutte le costruzioni che sarebbero sorte sul terreno delle Stimate e della ss. Trinità. Questo ampio mandato, sollecitato e concesso all’architetto Flavio Vincita, fu causa in seguito di malumori e di recriminazioni, perché praticamente legava le mani ai Provinciali che sarebbero succeduti. L’architetto da parte sua, si mostrò intransigente nel far valere questo incarico-diritto, creando spesso delle situazioni incresciose.

P. Gardumi, a un anno dalla fine della guerra, lasciava l’ufficio di Provinciale e veniva sostituito da p. Giovanni Cervini e io entravo nel consiglio provinciale come 4° consigliere.

Non potendo dunque ottenere contemporaneamente il finanziamento per i tre complessi, venne data la precedenza alle Stimate. E giustamente, sia perché casa madre, sia perché una volta sistemati convitto e scuola, si apriva la possibilità di avere qualche entrata finanziaria. Le scuole erano dislocate a Sezano, alle Stimate, e a palazzo Giuliari (concesso in affitto) di fronte alla chiesa di s. Paolo in Campo Marzio.

La ricostruzione del complesso delle Stimate venne curata da p. Alziro Furlanis, aiutato da p. Giovanni Reverberi (finché rimase a Verona), e da p. Michele Madussi, Vicario provinciale. Il progetto naturalmente fu quello redatto dall’architetto Vincita.

Foto del forte di San Leonardo visto dall'Adige.

 

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