MIEI CARI GENITORI, NON PIANGETE

Tutti mi accalcano, tutti mi vogliono vedere, salutare dire una parola di augurio, lasciare il loro ricordo con un bacio su quel Crocefisso benedetto che sarà il compagno, il conforto, l'aiuto, la gioia del povero missionario, quel Crocefisso che sarà spettatore di tante e tante cose. S'avanza una signora con la sua piccola bambina: vuole baciare il Crocefisso anche lei, vuole la benedizione, la domanda per i suoi cari, per la sua bambinetta. Il missionario ha per tutti una buona parola, un sorriso, e per i fanciulli anche una carezza. Do l'ultimo addio alle mie care sorelle, piangenti, addolorate dal pensiero di non rivedermi più. Risaluto il mio maestro, lì presente, il dottor Fontebasso, che nella più profonda commozione volle salutarmi più volte, i miei parenti, tutti. Una scena indescrivibile. Le porte della stazione non arrestano la folla che entra col missionario; per la circostanza non occorre il biglietto di ingresso.

Il treno attendeva. Si parte, presto. Addio. Gesù vi benedica. Tenevo il crocefisso nella mano. Salii il carrozzone insieme alla mamma ed al papà. Mi presentai al finestrino, tenendo elevato con la destra il crocefisso, mentre nella mia mente imploravo sopra tutti le più elette benedizioni del Cielo. E il treno si mosse. Un ultimo addio, un applauso, uno sguardo silenzioso e commosso al missionario sul finestrino. E il treno partì veloce; rividi il mio paese, la mia casa, poi mi ritirai. Ero con la mamma e col papà: non piangevano, ma gli occhi loro portavano il segno del pianto, come il viso la commozione che provavano nell'intimo del cuore.

Ah! non piangete, miei cari genitori, non rattristatevi per la mia partenza; gioite insieme al vostro fortunatissimo figlio, partecipate al suo gaudio immenso, spingendo in alto la pupilla vostra inumidita nella sublime visione di vostro figlio missionario in terra pagana. Iddio l’ha scelto, lo ha eletto tra mille, gli diede il suo mandato e lo inviò. Lo inviò a diffondere la lieta Novella, il Vangelo; lo creò apostolo suo, non temete, Egli che l'ha mandato, sarà sempre con lui: sarà suo padre, sua madre, tutto. A Tricesimo scendemmo. Volevamo fare una improvvisata a mio zio e alle mie buone cugine. Fummo accolti con tutte le più belle dimostrazioni di affetto. Fu in questa cara casetta che diedi l'ultimo addio e l'ultimo abbraccio ai miei amatissimi genitori in lacrime. Iddio vi benedica, vi benedica sempre, o babbo e mamma mia, Iddio vi benedica.

Pochi istanti dopo ero a Udine nel nostro collegio arcivescovile: erano le nove di sera. Mi avvicinavo alla Cina. La notte aveva già stese le sue ombre sulla mia terra natale: era l'ultima notte che avrei passata su terra italiana. Domani sorella notte mi troverà sul «Conte Rosso».