Ugo Zannoni (1836-1919)
Allievo dello scultore Grazioso Spazzi all’Accademia di Pittura e Scultura Cignaroli di Verona, dimostrò all’inizio la sua abilità tanto nella pittura quanto nella scultura.
Lo spinse sulla ribalta della scultura il monumento a Dante in piazza dei Signori (1865).
Trascorse alcuni anni a Milano dove ebbe modo di frequentare al Brera la scuola di Vincenzo Vela, e dove fu chiamato a lavorare anche per il Duomo.
Concluse la sua intensa attività in Verona (1890-1919) scolpendo per il cimitero monumentale e per diverse chiese: Madonna della Corona e il Santuario di nostra Signora di Lourdes in piazza Cittadella.
Il marmo preferito è quello bianco di Carrara che dà il massimo di luminosità e classicità alle sue opere.
Scultore egregio s’applicò anche alla pittura. Nei suoi disegni a pastello spicca un forte alternarsi di luci ed ombre su sfondo scuro. Ritratto del padre, della sorella, Venerdì Santo. Educato al classicismo sa contemperare la tendenza verista con la ricerca del bello tradizionale, continuando l’insegnamento del suo primo maestro Grazioso Spazzi.
Ugo Zannoni, che stava adornando di statue il santuario cittadino di Nostra Signora di Lourdes, degli Stimmatini, fece anche un busto marmoreo del loro Fondatore, che diventerà quello ufficiale.
Tutto lo studio del grande scultore è rivolto a dar vita al busto eseguito dal vero dal suo primo maestro Grazioso Spazzi, il quale aveva rappresentato troppo fedelmente un volto ormai senza vita.
Più morbido il taglio della bocca, e vivo lo sguardo sereno.
I lineamenti senza difetti fanno pensare ad una persona sana ed ancor vigorosa, che amava l’assiduo lavoro del vivere.
Ritratto a pastello - Don Gaspare è colto in un "momento di sospensione e di perplessità: s’è alzato appena dal genuflessorio ove leggeva davanti al crocifisso il libro che ha semiaperto nella sinistra e tiene, frutto della sua meditazione, la pergamena della Regola nell’altra". Bertoniano del febbraio 1912.
La spontaneità e la gentilezza della posizione eretta del corpo si sublimano nel nobile splendore del volto. È un volto dai lineamenti finissimi "naturalmente raccolto", da cui traspare l’infinita serenità dell’anima.
Gli occhi abituati alla contemplazione mistica trasmettono una mirabile forza paterna: ogni paternità è da Dio Padre che la dona agli uomini nella comunione d’amore con il Cristo crocifisso, unica sorgente di vita.
Lui, il padre dei preti delle Stimate, l’ha imparato alla scuola di Dio.
Nel Consiglio Generale tenuto alle Stimate dal 20 al 23 febbraio 1912 si decise che "questa immagine vera e ideale" fosse ritenuta "come ritratto ufficialmente riconosciuto del venerabile Bertoni". Bertoniano del marzo 1912