Silvio Albertini
(1889-1984)Nacque a Verona il 18 aprile 1889. La sua abilità pittorica si rivelò molto presto, a 12 anni. Per questo nel 1906 si iscrisse all’Accademia Giovanni Battista Cignaroli di Verona e vi rimase fino al 1910 frequentando i quattro corsi prescritti con Alfredo Savini.
Interessato alla pittura paesaggistica strinse un rapporto di amicizia con il già famoso Angelo Dall’Oca Bianca.
Nel 1916 conseguì il diploma e l’abilitazione all’insegnamento per la pittura e il disegno, iniziando subito la sua lunga carriera didattica. Alternò questa attività al restauro di affreschi e alla decorazione di varie chiese. Abbandonò definitivamente l’insegnamento nel 1957 ricevendo dal Comune di Verona la medaglia d’oro per meriti didattici.
Le qualità migliori dell’Albertini si trovano nella sua produzione paesaggistica e ritrattistica.
Tra i paesaggi spiccano quelli della sua amata Verona; tra i ritratti si ricordano quello del padre (1938) e quello della moglie (1961).
Morì a Verona molto vecchio nel 1984.
Il suo lavoro costò lire 65.
Il giovane pittore Silvio Albertini si permise nel 1914, certo con il benevolo sorriso dello scultore Ugo Zannoni, di comporre con gli elementi del grande maestro, un nuovo ritratto del venerato Gaspare Bertoni: cambiò i lineamenti del volto a pastello con quelli del busto marmoreo. La pittura non è scultura: quelle guance pronunciate appiattiscono ed irrigidiscono un volto che già appare in posa su un corpo che non è il suo.
L’intenzione era forse quella di avvicinarsi ad un volto più tradizionale e di toni più dimessi a confronto di quello dello Zannoni.