3.12.1984 - CANCRO
Mi trovavo a Campinas per rinnovare il passaporto internazionale. A Casa Branca feci una fermata per ritrovare gli amici. Ma ebbi un’emorragia all’intestino tenue, dovuta al cancro leiomioma.
D’urgenza fui portato a Campinas all’ospedale santa Edwiges. La perdita di sangue mi fece entrare in coma. Mi affidai a Dio Padre e cominciai la lotta per la vita. Supplicavo fuori dei sensi: «Dottore, mi operi, mi operi! Voglio la papaia, voglio la papaia!»
P. Sante Capriotti si mise a cercare in tutta la città sangue del tipo A positivo. Andò bene perché fece un appello alla TV Globo. Trentadue punti e la colostomia, per aspettare due mesi in vista di un’altra operazione della legatura dell’intestino malato più corto di 47 cm con un’altra parte. Grazie ai donatori. A tutte le persone per le continue preghiere per me specialmente alla gente di Barretos.
Una ragazzina, Claudia, fece perfino la promessa di non masticare gomme finché io ero in convalescenza. Quando mi vide dopo la convalescenza, esclamò: «Ma questo non è Paciano!». Un giorno incontrai un signore che mi disse: «Devo offrire un pranzo ai bambini poveri perché Paciano guarisca».
Dopo l’attesa di due mesi, la seconda operazione. Grazie a Dio guarii.
La dedizione dei medici e delle infermiere e le preghiere e il sangue donato mi hanno salvato.
Come sa amare la gente!