BATTIPAGLIA

Nuovo campo di lavoro. Dalla parrocchia di Milano al seminario minore di Battipaglia, nel Sud d’Italia.

Sto notando che i miei impegni di prete li ho svolti molto con gli adolescenti.

Ebbi delle difficoltà perché non capivo il loro dialetto. In Italia è così: ogni regione del Nord e del Sud ha il suo dialetto. Ma quando abbiamo il cuore che parla come Gesù, si superano tutti gli ostacoli.

Ricordo due fatti curiosi. Un giorno la mamma del mio superiore Renato, che abitava con noi per aiutarci, mi chiamò e mi disse: «Paciano, se metti la tua mano sul mio petto, vedrai il fumo della sigaretta uscire dai miei occhi». Io, a quel tempo ero molto ingenuo, la collocai lentamente e delicatamente, con tutta purezza.

Appoggiò la punta della sigaretta sulla mia mano. Piccola scottatura, ma molto dolorosa.

E il fumo? Uscirono dai miei occhi due lacrime di dolore.

L’esperienza è maestra di vita. Quello scherzo mi fece capire quanto soffrono le persone che si scottano.

Altro fatto: i miei parenti erano venuti a visitarmi. Tra una parola e l’altra, decidemmo di andare nella bella spiaggia di Battipaglia.

Mettemmo la macchina all’ombra e andammo in riva al mare, contenti e felici. Dopo un bel po’ di tempo, tornammo alla macchina. Sorpresa! I ladri avevano rotto il vetro e rubato tutto quello che era alla loro portata. Presero anche il mio prezioso orologio al quale ero affezionato, dono della mia madrina. Se ne erano andati, portandosi via tutto, anche le mie mutande, che avevo sostituito con il costume.

Che fare?

Cercammo attorno. Trovai le mie mutande sporche di sangue. È chiaro che nel rompere il vetro  si erano feriti le mani. Poverini!

Ma io mi sentii orgoglioso perché le mie mutande erano servite anche... a questo.