MARISA: IL SOGNO DI PACIANO

A quale adolescente non piace una ragazzina? Avevo dodici anni e il mio sogno ne aveva dieci. Si chiamava Marisa.

È chiaro che per me lei era la ragazzina più carina e più intelligente. L'avrei sicuramente sposata.

I ragazzi si incontravano furtivamente, a scuola, a passeggio, nei luoghi più diversi, e… in chiesa.

Ma un giorno il sogno cambiò. In una lezione di catechismo l’insegnante, la signora Elda, domandò a chi sarebbe piaciuto diventare missionario.

Fra trenta ragazzi io, e solo io, alzai la mano. Mistero della chiamata alla vocazione!

I miei amici si misero a ridere. Si burlavano di me chiamandomi con tono incredulo, «il missionario».

Quanti pugni e quante sberle ho distribuito per questo! Finché un giorno ho pensato che avevo fatto una scelta importante. E non occorreva bisticciare mai più inutilmente.

E la Marisa? Siamo rimasti amici. So che si è sposata.

Ho lasciato un sogno, una vocazione importante, per un’altra missione: annunciare l’amore di Dio e amare tutte le persone del mondo.

Da quel giorno fui considerato, con esagerazione, una persona consacrata.

L’impegno delle preghiere, delle visite ai malati, facevano ormai parte della mia vita.

Questo non significava che dovessi stare tutto il giorno con le mani giunte e con la testa inclinata. Al contrario, ho continuato a scherzare, litigare, coltivare le amicizie, studiare ed aiutare.

 

Grazie, Signore, e benedici tutte le persone che mi hanno aiutato nella vocazione alla quale mi hai chiamato!