Martedì 10 Maggio 1949

I giannizzeri sono meravigliati del mio silenzio e del mio buon umore: vorrebbero vedermi avvilito. Non sanno immaginare cosa sia un ritiro spirituale. 

Mercoledì 11 Maggio 1949

Nel pomeriggio mi giunge da LIANG-KO-CHWANG, Pechino un po’ di roba, ma niente lettere.

Stanotte ed oggi abbiamo avuta la prima vera pioggia dopo otto mesi che sono in Cina. 

Giovedì 12 Maggio 1949

Da alcune notti non posso prendere sonno. Il mangiare due volte al giorno (8.30 e 15.30) non mi torna. Si domanda in Questura, e si risponde: nulla da fare se non comperare a spese proprie a mezzo dei giannizzeri. Non mi è permesso nemmeno di riservarmi parte di quello che mi servono, per poi mangiarmelo più tardi. Oh zelo dell’osservanza della regola!

E perché i miei segugi sono andati a chiedere anche questo? Essi che di propria autorità passano ogni giorno nascostamente a Lao Shing quello che avanzo? Lao Shing è un vecchio del cortile vicino, che da principio si ebbe la

mia confidenza. Se ne fece subito bello con gli scherani e adesso sono costretto a guardarmene, nonostante che sia l'unico uomo con cui posso parlare; il suo servizio gli ha valso la riconoscenza delle mie guardie. 

Venerdì 13 Maggio 1949

Tutto il giorno soffia un violento sipei che per di più è gelido, dopo il caldo dei giorni passati. Quanto è sregolata questa Cina! 

Sabato 14 Maggio 1949

Soffro indisposizioni viscerali. Una razione abbondante di grano saraceno (ero oppresso dalla fame) di ieri mi ha messo in malo stato. Stamattina mi hanno servito farina appena impastata e verdura perché da solo me la lavori e mi prepari gli agnolini e me li cuocia. Ricorro a Lao Shing e a sua nipote, ma proprio non vorrei mangiare. Tutto il giorno sto male e nel pomeriggio non mangio. 

Domenica 15 Maggio 1949

Mi chiamano un medico cinese che sentenzia: “Vecchia malattia che ritorna”. L’avevo pensato anch’io con paura. Ne soffrii dal 1936 al 1940 avendo cominciato appunto qui a LAI-YUAN.

Nel pomeriggio domando che mi scrivano alcune parole di riscontro a Jung Bi per avvisarlo che ho ricevuto la roba inviata. Si rifiutano con la scusa che non sanno scrivere. Devono pure mentire! Quanto sono miserabili! Li vedo pur sempre prendere degli appunti per accusarmi. Domando ad un altro dei cortile, che tiene la penna stilografica e scrive bene, (l’ho visto più volte scrivere) e mi inventa che è cieco. Povero grullo! Fossi grullo come te per credere una così misera bugia? L’altro giorno chiesi ad un altro un libro cinese che gli avevo visto tempo fa, per imparare con lui un po’ di cinese ed egli si finse sordomuto, nientemeno! Oh libertà comunista quanto sei grande! Come ti temono i tuoi devoti! Sei più grande di Diana Efesina. Tu sì che domini tutta l'Asia!

Il giannizzero numero uno mi comunica che fra qualche giorno me ne andrò a casa. Non gli credo. E come potrei? 

Lunedì 16 Maggio 1949

Un mese preciso che mi trovo rinchiuso qui. A colazione noto come i giannizzeri mi riducono in anticipo la razione contorno, per passarne una parte ai loro amici del cortile posteriore. Non basta loro quello che avanzo, vogliono una porzione di tutto. Già mi ero lamentato tempo fa, ma ora li rimprovero apertamente. Ladri! Sono qui che non mi reggo in piedi ed ancora mi derubano in tutti i modi. Ladri! E sono i tutori della legge!

Dopo colazione vengo chiamato in Questura: domani si parte per PAO-TING-FU. Questa è la conclusione di una lunga intervista col vero Commissario (sarà poi lui? È inutile domandare presentazioni) in cui dopo le solite formalità si è parlato di tutto, chiedendomi una minuziosa relazione della mia vita, specialmente qui in Cina, e un più minuzioso resoconto di quanto ho fatto, visto e trattato in questi ultimi mesi. Si è indagato sui possibili miei contatti col partito nazionale, sulle relazioni fra cattolicesimo e protestantesimo.

Avendo sentito che in Italia i cattolici sono il 99 %, uno dei presenti con intima, celestiale (mi si perdoni l'aggettivo, ma è proprio il caso di usarlo per rendere la sua espressione) soddisfazione saltò fuori a chiedere: “E in Russia c’è la vostra religione?”

“Sicuro che c’è - dissi - Sono scismatici, sono cioè separati da noi e dalla Sede Romana, ma quanto alla dottrina tengono la vera religione come noi (in cinese: fen-la-kiao-la); i Protestanti, invece, sono divisi in sette innumerevoli e ognuno la intende a suo modo: hanno perso la vera dottrina e la vera fede (fan-la-kiao-la)”.

A1 sentire queste mie spiegazioni restarono non poco interdetti; quell'aura celestiale scomparve dai loro volti. Dunque anche in Russia...

Mi si fece appunto di aver amministrato un'estrema unzione (hanno imparato il termine giusto dalla mia bocca, in un’altra intervista). “Sì signori! Estrema unzione è una preghiera che noi usiamo per gli ammalati gravi, per i vecchi in età avanzata” - Trattandosi di una preghiera non hanno gran che da obiettare. Si termina con l'invitarmi a mettere fuori tutti i soldi che mi restano per pagare le spese di viaggio. - “Nossignori, i miei pochi soldi non sono affatto sufficienti allo scopo e poi durante il viaggio servono a me per comperarmi qualche cosa lungo la strada. Se volete che possa concorrere... ( L’avete il vostro argomento forte del passaporto popolare, ma anch’io ho il mio: quello della penna stilografica) restituitemi la mia penna, o pagatemi il suo valore: 3600 dollari popolari, allora potrò concorrere alle spese di viaggio. M’avete promesso, tu Segretario e il vice-Commissario, che se non trovate la penna m’avreste corrisposto il suo valore. Sono stati i vostri uomini a rubarmela. E fosse stata anche altra gente, voi come pubblica sicurezza, dovevate subito interessarvi e rintracciarla.”

Non ho alcuna speranza di cavare il ragno dal buco, e meno che meno di avere dei soldi da queste buone lane, ma intanto il mio colpo li scompiglia un po’. Non sanno da che parte voltarsi.

“Di che marca era?”

“Àncora - la conosco benissimo se me la fate vedere, era nuova perché la uso solo in viaggio. Il pennino ed il fermaglio erano di oro fino: per questo costava tanto”.

Restano muti e finiscono col rimandarmi con qualche languido complimento. Più volte durante l’intervista, per scusarsi d’avermi ospitato con qualche piccola restrizione; mi hanno ripetuto che qui le cose non passano come a YI-HSIEN e LAI-SHU1, perché quelli sono luoghi appena liberati, come anche Pechino e KU-AN-CHENG; quelli sono distretti nuovi per la democrazia popolare; qui invece, siamo in zona liberata già da molto tempo lao ciù, come dire che per noi missionari qui non c’è più posto, che è inutile pensare a ritornarvi. E questa è la morale della favola!

“Grazie, signori. Vi sono molto grato d’averlo sentito in coro dalle vostre bocche. Lo sapevamo anche noi, che dove voi arrivate ad impiantarvi, per noi non c’è più niente da fare. Lo sapevamo, ma una buona conferma non sta male. Vi dirò, in disparte, che i vostri superiori non sarebbero del tutto contenti di queste vostre così aperte dichiarazioni: loro sarebbero stati più cauti. Lo siete anche voi, ma siete ancora spennatelli”.

In serata mi avevano permesso di uscire per cenare all'albergo e mettermi un po’ di forze per domani, ma poi mi mandano a monte tutto rimandando a troppo tardi. Ho aspettato fino alle 16 un po’ di miglio con foglie di cipolla; domani non potrò certo darmi alla fuga.