2. Il Carisma apostolico del Bertoni
1) Lo slancio carismatico, che lo Spirito Santo suscita in chi è eletto a fondare un istituto religioso, tende a riprodurre in lui in modo più fedele la vita di Cristo, secondo le esigenze del tempo nel quale egli è chiamato a vivere, o in una più approfondita conformità all’insegnamento del Vangelo, che sarà sostanzialmente valida anche per i tempi futuri.
2) La vocazione particolare del Bertoni si è rivelata, attraverso l’invito dello Spirito Santo, che lo introdusse fin da giovanetto ad un intimo rapporto personale di amicizia con Cristo, ad una più illuminata partecipazione alla sua vita di povertà, di verginità e di obbedienza, e ad una maggiore disponibilità nel diffondere, in continuazione con la forma di vita e la missione degli Apostoli, il messaggio evangelico.
3) Il dono dunque speciale che portò il Bertoni a fondare la Congregazione degli Stimmatini è stato un carisma missionario, secondo la precisa enunciazione che egli stesso ha lasciato nelle sue Regole: "missionari apostolici in ossequio dei Vescovi", cioè missionari che con tutte le loro forze e la grazia particolare della loro vocazione attendano all’attuazione della "missione apostolica".
4) Il Signore andò preparando il Bertoni al ruolo di Fondatore insignendolo di doni speciali, il più fondamentale dei quali fu un’ardente carità, che esplose, come in una novella Pentecoste, durante la strepitosa Missione di S. Fermo e Rustico, nell’imminenza di dar principio alla sua Congregazione.
5) Lo sguardo unificante rivolto a Gesù in una vita di contemplazione solitaria fu sempre per il Bertoni premessa indispensabile di ogni suo ministero sacerdotale, e anche atteggiamento ininterrotto durante lo svolgersi della stessa sua azione apostolica (c. 271).
6) La vita di imitazione di Cristo portò il Bertoni ad una più stretta partecipazione al suo sacrificio redentivo per il bene della Chiesa e la salvezza delle anime, e ad una tenera devozione alla Passione del Signore, che si accentuò durante il suo ritiro alle Stimmate.
7) La spirituale unione con Cristo portò inoltre il Bertoni:
- ad una intensa ed incessante ricerca della maggior gloria di Dio, divenendo questo l’urgente motivo di ogni sua azione missionaria e lo sprone per un apostolato sempre più creativo;
- all’esercizio dell’amor puro, senza alcuno sguardo al proprio interesse, ma a Dio solo;
- a mantenersi sempre in un piano soprannaturale, entro la sfera di influsso della fede, della speranza e della carità, senza mai rinunciare nemmeno a un punto di perfezione col pretesto di far fiorire le opere;
- in un atto incessante di culto che lo faceva stare sempre rispettosamente alla presenza di Dio: in sanctitate et justitia coram Ipso omnibus diebus nostris, come soleva ripetere;
- in uno spirito di umiltà profonda e di assoluto nascondimento derivatigli dal dono di pietà, che gli dava il senso della sua indegnità e piccolezza e gli apriva il cuore ad una filiale fiducia nel Divin Padre, nelle cui braccia egli si abbandonava e perdeva completamente;
- in una tenera devozione alla Madonna e a San Giuseppe, nella cui unione verginale egli scorgeva l’emblema non solo delle famiglie cristiane, ma anche dell’unità della sua famiglia religiosa.
8) Il Bertoni compì la sua particolare missione, acceso da un vivo senso della Chiesa, al cui ossequio ordinò l’intera sua opera (cc. 57, 62, 185 ecc.), da un incrollabile attaccamento al Papa ed ai Vescovi, e da un cocente desiderio di rinnovare lo spirito del sacerdozio cattolico, per il bene delle anime, specie le più umili, i poveri, i rozzi e i fanciulli.
9) Nei diversi ministeri a cui egli si dedicò, o perché li vide richiesti dai segni dei tempi o perché impostigli dalla volontà dei Superiori, passò attraverso preziose esperienze che gli fecero più chiaramente discernere il nucleo centrale del suo particolare carisma da trasmettere ai suoi figli, anche se per ragioni indipendenti dalla sua volontà non poté attuarlo in pieno durante la sua vita. Questo nucleo centrale, valido per tutti i tempi, doveva consistere in una speciale partecipazione all’ufficio del magistero dei Vescovi, successori degli Apostoli, nell’annunciare il Vangelo come veri missionari.