II - IL "CARISMA" DEL BERTONI
IN QUANTO FONDATORE DEL SUO ISTITUTO
1. Il Carisma della vita religiosa
1) Ogni Istituto religioso è fondato su un carisma particolare donato prima di tutto al suo Fondatore e poi partecipato a coloro che sono chiamati, in affinità di spirito e di carattere, ad attuarne il programma di vita e di azione.
2) Il carisma è una forza o impulso mirabile che esplode per il soffio vitale dello Spirito Santo all’interno di colui che è eletto, e si manifesta all’esterno in forma di visibile e ben definita missione a bene della Chiesa.
3) Per questo l’autorità gerarchica esamina lo slancio che lo Spirito ha suscitato in un fondatore e quando lo approva, determinandone i quadri e le condizioni di sviluppo e assegnandone un particolare posto nella Chiesa, non intende che rimanga fossilizzato in una regola intoccabile piena di minuziose prescrizioni, ma vuole che sia conservata la sua vitalità progressiva ed il suo orientamento dinamico.
4) La ragione d’essere e permanere di un Istituto nel corso dei tempi sta nella sopravvivenza del suo particolare carisma, che lo rende atto a svolgere una funzione utile e necessaria in seno alla Chiesa, anche attraverso le vicissitudini della storia che possono apportare delle modificazioni accessorie al primitivo disegno.
5) Il carisma favorisce una spontaneità personale e pur trasformando nell’intimo l’essere, rispetta le tendenze fondamentali della personalità, valorizzando tutte le risorse dell’individuo, ma trasferendole in un piano soprannaturale.
6) La compiutezza o perfezione personale però non è lo scopo ultimo del carisma, perché esso è di sua natura comunitario e sociale, in funzione dell’altrui salvezza, ordinato all’edificazione del corpo di Cristo (D.G. 45).
7) Lo sviluppo del carisma originario ed il suo adattamento alle esigenze dei tempi, devono portare i membri di un Istituto ad una crescita di vita di carità, intesa come amore di Dio e del prossimo, ad un approfondimento dei legami con Cristo e ad un riavvicinamento agli uomini in un atteggiamento di servizio.
8) Lo sviluppo del carisma inoltre non solo è impossibile senza l’aumento delle virtù religiose, della carità comunitaria e dello zelo apostolico, ma anche senza una più piena partecipazione al sacrificio redentivo della Croce.
9) Le Regole devono mirare, più che a prescrivere minute osservanze, a far in modo che si conservi sempre viva nei cuori la stessa fiamma accesa dal Padre Fondatore.
10) Poiché il carisma ha sempre una funzione sociale nella Chiesa, l’intenzione apostolica le è essenziale e deve animare tutta la condotta del religioso, anche quando attende alla preghiera ed alla sua santificazione personale.
11) Il religioso deve avere fiducia nel carisma del suo Istituto e credere con certezza che la virtù dello Spirito Santo maturerà da esso dei frutti mirabili, anche se questi non sempre potranno essere riscontrabili in modo visibile.
12) La grazia che a ciascun membro di un Istituto viene concessa in varia misura, è fornita appunto perché possa esercitare il particolare carisma che ad esso è affidato. Quindi ogni Istituto può avere la sua spiritualità, e ordinariamente i Fondatori, specie se sono santi, divengono il modello perfetto di questo spirito (Cf. Jean Galot, Il carisma della vita consacrata, Ed. Ancora, Milano, 1969).