Venerdì fra l’Ottava non si fece alcuna mutazione, si suonarono le tre solite campane. Il giorno dell’Ottava, cominciando la sera innanzi, furono suonate tutte e sei le campane. La sera innanzi per 12 minuti. La mattina poi, trovandosi un poco indisposto Don Venturini furono suonate solo, alla meglio che si è potuto, le cinque maggiori. Al mezzodì tutte per 12 minuti.
Li 12 aprile 1834 per San Zenone furono suonate tutte e sei le campane. La sera innanzi per 12 minuti. La mattina per 5 minuti. Al mezzodì per 12 minuti.
Li 13 si cominciò ad apprendere un nuovo e solenne segno. Dio faccia che si apprenda bene per maggior sua gloria. Questo giorno era domenica. Non si fece niente più del solito per il suonare.
Li 20 per il Patrocinio furono suonate le cinque campane maggiori col solito tempo: In questo giorno Battista Lenotti chiese licenza dai suoi genitori per venire in questo sacro luogo e due giorni dopo, alle ore 7 e ½, vi entrò con somma sua consolazione.
Per San Marco 25 aprile furono suonate le 5 campane maggiori col solito tempo.
La vigilia innanzi si terminò di collocare a propri rami la ringhiera della scaletta del granaio fatta da Sperandio Castrini e collocata dal tagliapietre Domenico.
Ai 21 di questo mese si cominciò a fare la vasca dell’orto dai nostri fratelli coadiutori.
Li 29 1834 Don Cainer andò a Sant’Anastasia a celebrare nella solennità di San Pietro martire.
Li 30 aprile 1834 Don Bertoni non sentendosi tanto bene, ebbe un salasso dal chirurgo Bisesti essendo incomodato il Sig. Daniele Arvedi, e da esso poi un altro li 2 maggio.
Si acquistarono parecchi libri in questi giorni (ma col denaro) cioè il Baronio e molti altri autori in seguito.
Li 3 maggio invenzione della Santa Croce, furono suonate le quattro campane la, sol, fa mi. Un poco la sera innanzi e meno la mattina e altro.
Li 8 maggio 1834, giorno dell’Ascensione furono suonate tutte e sei le campane ma con nuova musica più avanzata. La sera della vigilia un segno di 12 minuti. A un’ora di notte una parte, alla mattina ancora una parte; al mezzodì tutto intero.
In questo giorno vestì l’abito clericale il nostro Don Gio-Batta Lenotti per ordine di Monsignor Vescovo, che pregò poi Monsignor Vicario Castori a fare la funzione; e fu fatta con gran divozione e commozione ed edificazione circa alle ore 7 di sera, con grande concorso e commozione di popolo.[1]
Li 16 Don Cainer celebrò a San Carlo per la solennità del SS. Cuore di Gesù. La sera di detto giorno che era venerdì accompagnandosi dalla Parrocchia ad un infermo il SS. Viatico ed essendo ora di predica, con tutto ciò si suonarono le cinque campane maggiori; come avvenne altra volta in tempo d’Oratorio.
Li 17 vigilia della domenica di Pentecoste si suonò un bel segno assai armonico che durò circa 12 minuti, e così pure ad un’ora di notte. La mattina della solennità una parte; al mezzodì tutto intero, come pure alla sera per la seconda festa: ma non si suonò ad un’ora di notte. Alla mattina di detta seconda festa una parte; al mezzodì tutto intero. Viva Gesù, Maria e San Giuseppe.
Nel terzo giorno delle quarantore in San Luca, nessuno furvi a celebrare per la sua ragione. (Alla parrocchia c’è stato a celebrare Don Venturini).
Li 25 maggio 1834 per la SS. Trinità furono suonate le sole cinque campane maggiori la sera innanzi, la mattina e altro che in questi due punti. Si sarebbero suonate tutte sei, ma una grave malattia di doglia con infiammazione che assalì il nostro fratello coadiutore temporale Francesco Solari, il giorno 24 ha impedito ogni cosa. Si volea, pure, cercar di supplire in qualche modo per la sesta campana, ma la malattia che incalzava ha interrotto l’esercizio già cominciato. Nulla di meno speriamo.
Li 26. Don Venturini è stato alla chiesa dei padri Filippini: (per San Filippo), a celebrare.
Li 27. È stato a San Tommaso per S. Maria Maddalena Don Venturini.
Li 29. Giorno consacrato al Sacro Corpo del Signore, si volevano suonare sei campane e si è già cominciato la sera innanzi, ma per la sesta, essendo novello il suonatore si confuse e abbandonò al cominciato onde furono suonate le sole cinque maggiori e così pure la mattina.[2]
[1] A latere: Per la vestizione si fece una credenza molto decente vicino ai palanchi sotto al braccialone dalla parte dell’epistola, dove poste dentro un corvetto grande le vesti furon ivi messe sopra. Si adoperò il libro che usa il Seminario, il turibolo ed il piviale di semisdoro di Sant’Anastasia. Il canto fu non figurato ma gregoriano, e senza discorso si chiuse la funzione col Te Deum. Indi fu dato un piccolo rinfresco che fu un sorbetto a quei pochi assistenti e parenti che vi intervennero.
[2] A latere: Forse suonando bene all’Ave Maria si sarebbe suonato anche ad un’ora di notte.
Li 30. Solari è cominciato andar meglio di molto.