11 MARZO

 

 

P. GIUSEPPE VIGNANDEL (Sacerdote)

 

Nato a Concordia Sagittaria Venezia 17.8.1921

da Antonio e Furlanis Amabile

Battezzato a Concordia il 25.8.1921

Entrato 10.9.1932 con Goffredo Friedmann

8.9.1937 inizio noviziato con Beniamino Miori a Affi

Prima professione 9.9.1938 a Affi

Professione Perpetua 9.9.1942 a Sezano con Alziro Furlanis.

Diaconato 16.3.1946

Presbiterato 7.7.1946

Comunità: Antrodoco 1946-1947

Rieti 1947-1962

Parma 1963-1969

San Leone di Milano 1969-1976

Udine con responsabilità di Caorle 1977

Cadellara 1982-1987

Morto a Verona 11.3.2014

Anni 92

 

P. Giuseppe Vignandel ha terminato il suo percorso il giorno 11 marzo 2014 a san Leonardo. Era da poche settimane nella nostra infermeria di Verona. Da Gemona era andato a San Leonardo e stava riprendendosi bene sia in salute che in serenità. Poi, quasi repentinamente, il suo corpo rifiutava sia cibo che cure ed in pochi giorni si è spento.
I funerali si sono svolti a san Leonardo il giorno 14 Marzo 2014 alle ore 11 del mattino presieduta dal P. Provinciale Gianni Piccolboni, mentre P. Giuliano Melotto ha offerto un pensiero di riflessione sulla parola di Dio. Una trentina di stimmatini erano presenti.
Una seconda santa Messa è stata celebrata a Concordia, sua città natale, alle ore 15.30 dello stesso giorno. Grande è stato l’afflusso di popolo. Un discreto numero di sacerdoti diocesani di Concordia e Pordenone ha partecipato alla concelebrazione. Il rito funebre a Concordia Sagittaria è stato presieduto dal vescovo emerito di Concordia Pordenone Sua Ecc. Mons. Aurelio Poletto.
La tumulazione ha avuto luogo il giorno 15 marzo 2014 nella nostra tomba stimmatina di Udine.
Ringraziamo il Signore per la lunga vita di P. Giuseppe, spesa assieme a suo fratello fr. Antonio, al servizio della Congregazione e della Chiesa.
Molti di noi lo ricorderanno come il Direttore della casa per ferie di Caorle.
Il suo cuore era proprio a Caorle dove era stimato ed amato.
Non era solo un amministratore era in sacerdote con entusiasmo pastorale. Si preparava con meticolosità le sue omelie che pronunciava sempre con voce chiara e convinta. Fino all’ultimo si è prestato con tanto zelo al ministero parrocchiale. Lo accompagnavano in macchina a celebrare nelle chiese parrocchiali del Friuli.
La sua Vita è stata caratterizzata anche da lunga sofferenza. Fin dalla sua giovane età soffriva di seri problemi alle gambe. Infatti fu anche ricoverato per tromboflebite, poi ulceri alle varici. Ultimamente le sue gambe erano tutta una piaga.
Sull’esempio del Cristo e del Fondatore aveva accettato la sofferenza con animo e forza cristiana.
Ha coltivato una buona vita cristiana nelle due dimensioni fondamentali: verticale e orizzontale. Lo si vedeva pregare e meditare la Parola di Dio in cappella e in stanza. Voleva bene alla gente e si faceva voler bene. Era ospitale, amante del bello.
Era un uomo con molto spirito pratico, sapeva sbrogliare situazioni difficili e complicate. Era un factotum nelle varie comunità dove è passato.
P. Giuseppe Vignandel era nato a Concordia Sagittaria - Venezia, il 17 agosto del 1921 e fu battezzato dopo pochi giorni nella cattedrale di Concordia. A 11 anni (1931) entrò nel nostro istituto.
Nel 1942 emise la professione perpetua ed fu ordinato sacerdote nel luglio del 1946. Il suo ministero si svolse in parecchie case stimmatine: Antrodoco, Rieti, Parma, Ferrara, San Leone Magno Milano, Cadellara, Stimate, Udine, Verona Via Mameli, direttore dei capimastri, direttore della casa per ferie di Caorle e infine Gemona.
La sua fu una lunga vita vissuta intensamente fino in fondo. Aveva 92 anni. Era il più anziano della provincia.
Grazie don Giuseppe. Dal cielo prega per noi. RIP.
 

 

Santuario Nostra Signora di Lourdes 14.3.2014 ore 11.00. Omelia per il funerale di padre Giuseppe Vignandel.  

 

Questa omelia è un atto di obbedienza a chi me l’ha chiesto e un atto di amore per p. Bepi, che merita questa e tanto di più.

La parola di Dio ascoltata nella prima lettura sconvolge e giudica molti nostri pensieri. L’apostolo infatti ci ha detto: Noi siamo proprietà di Dio, a Lui apparteniamo perché è nostro creatore e salvatore: "Sia che viviamo, sia che moriamo, noi siamo del Signore". Per noi battezzati esiste un legame, un’appartenenza, quella al Signore risorto, che ci accompagna in vita ed in morte: la morte, per noi, non è una caduta nel nulla eterno, ma è… un essere, uno stare col Signore, per sempre.

Su chi appartiene a Cristo, la morte non ha alcun potere, se non quello di corrompere momentaneamente il corpo del discepolo, in attesa della resurrezione finale.

… appartenere o non appartenere a Cristo; credere e non credere in Lui: questa è la chiave di tutto!

Nel lungo cammino della vita di p. Giuseppe … verso la morte - la presa di coscienza della sua appartenenza a Cristo, logicamente è avvenuta gradualmente. E solo ora che ha chiuso gli occhi a questo mondo, p. Giuseppe appartiene in modo permanente e definitivo al Signore: dall’11 marzo 2014 è tutto e solo del Signore!

…noi invece, purtroppo, siamo ancora in bilico - talvolta apparteniamo a Lui - talvolta apparteniamo a noi stessi e al mondo che ci circonda...

"Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore".

San Paolo spiega meglio la sua appartenenza a Cristo… con altri interventi in diverse sue lettere: ne cito solo alcuni.

«Questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha consegnato sé stesso per me» (Gal 2, 20) - E ancora: «per me il vivere è Cristo» (Fil 1, 21) oppure «Nessuna creatura, nessuna cosa potrà mai separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù» (Rm 8, 39) e: Sono stato "ghermito", cioè afferrato da Cristo (Fil 3, 12), e la sua intera esistenza è stata «posseduta dall’amore di Cristo» (2Cor 5, 14).

Ed è per questo che egli deve dedicare tutta la sua vita ad annunziare Gesù al mondo: «Predicare per me il Vangelo non è un vanto, ma una necessità…: guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1Cor 9, 16).

“Se viviamo, viviamo per il Signore, se moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo dunque siamo del Signore” (Rm 14, 8).

Il messaggio del Vangelo: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24).

Il chicco di grano è piccolo, sembra inerte, quasi inutile. Ma se quella pellicola che lo ricopre, si rompe e marcisce nell’humus, nella terra, il chicco sprigiona la sua potenza vitale.

Ora, come il chicco morto p. Giuseppe porterà i suoi frutti… nel suo casato, nella sua famiglia religiosa, nella chiesa! E ci auguriamo che siano molti. Mentre lavora nei giardini del cielo, si ricorderà sicuramente di noi e dei suoi giardini di Caorle e di Gemona… pieni di gramigna, di sassi, di … cose inutili… e pregherà per noi.

Con il chicco di grano si forma anche l’Eucarestia.

C’è un stretto rapporto tra Eucarestia e sacerdote, tra Eucarestia e comunità cristiana.

Dall’Eucarestia nasce il sacerdote. - Tutta la vita del prete è un farsi eucarestia, pane spezzato, dono per i suoi fedeli, sostenuto dalla S. Messa che celebra.

Dal sacerdote nasce l’Eucarestia. È soprattutto dalla celebrazione eucaristica domenicale che la comunità cristiana prende la “forma del pane”, modella cioè la sua vita facendo propri gli atteggiamenti di Gesù. Per tanti anni p. Giuseppe ha celebrato l’Eucarestia. In 68 anni di sacerdozio avrà celebrato più di 25 mila sante Messe.

Negli ultimi anni della sua vita, Gesù ha chiamato p. Giuseppe a partecipare più da vicino al suo Sacrificio in Croce per la salvezza del mondo, a offrirsi con Lui come “ostia pura, santa e immacolata”: … con … quelle piaghe alle caviglie, quanta sofferenza, quanta pazienza …!

Con sentimenti di consolazione e con fiducia preghiamo perché il nostro confratello Padre Giuseppe possa essere accolto nell’abitazione promessa da Dio, nella dimora eterna non costruita da mani di uomo: Padre Giuseppe lo vogliamo ricordare così: uomo e sacerdote dal carattere forte e volitivo, grinta insuperabile, bontà e gentilezza squisite, sorriso accattivante, lavoratore indefesso!

Dal giardino di Caorle … e … di Gemona, P. Bepi ha fatto carriera, è stato promosso a pieni voti a lavorare nei vasti giardini del Paradiso … e volentieri gli auguriamo Buon lavoro!

P. Giuliano Melotto css