1° GIUGNO

 

 

 

ELIO POZZA (benefattore)

 

Nato a Casatta 15.11.1936

Morto a Trento 1.6.2024

Anni 87

 

Il Missionario - Luglio Agosto Settembre 2024)

Ho conosciuto Elio Pozza la prima volta a Hombolo nel 1988. Veniva di tanto in tanto a trovare padre Cesare, padre Sandro e la laica Guerrina Morelato. All'epoca era a Kongwa e faceva parte della Ong LVIA (una associazione nata a Cuneo il cui fondatore era don Aldo Benevelli). Kongwa è un villaggio ad una trentina di chilometri da Dodoma; Elio stava con una famiglia di volontari, di cui uno medico, Roberto Rosazza.

Una delle prime esperienze in Africa, Elio l'ha avuta in Sudan. Non ne parlava molto, ma dal poco che diceva doveva essere stata molto dura.

Quando abbiamo dovuto abbandonare Hombolo, tra il 1988 e il 1989, per trasferirci a Kisanga, diocesi di Morogoro, Elio maturò l'idea di venire da noi, pur restando legato alla LVIA.

Elio venne da noi a Kisanga nel novembre del 1989. Anche il medico, insieme alla moglie infermiera e alle due figlie, si unirono a noi a Kisanga. Ma ben presto furono chiamati a tornare a Kongwa (Dodoma), a servizio della LVIA.

Anche Elio, ogni tanto, doveva tornare a Dodoma per vari servizi. Ma, poco a poco, passò le consegne per restare sempre con noi.

La vita di Elio era basata su preghiera, lavoro e rapporti di amicizia con la comunità stimmatina e gli operai della missione. Sapeva fare qualsiasi lavoro, ma in particolare era specializzato in meccanica, elettricità e - un po' alla scuola di Sisto Orler - falegnameria.

All'infuori del lavoro dalla mattina alla sera, Elio era molto riservato. Era nella sua cameretta della missione nei momenti di riposo, e non voleva pesare in nulla sulla missione. Anche le sue "robe" personali se le lavava lui e se le stirava.

Quando doveva andare in ferie in Italia si pagava tutto lui. Come responsabile della comunità gli davo una specie di compenso. Lo riceveva perché gli dicevo che era dovuto, da parte nostra, fare questo gesto, ma, appena ricevutolo, me lo rimetteva come offerta alla missione.

Elio si trovava a suo agio sia con la comunità stimmatina, sia con i nostri operai, che con i vari gruppi di laici, venivano a trovarci per un campo di lavoro o altro.

Conosceva Dar es Salam palmo a palmo e perciò passava volentieri un paio di giorni con la nostra comunità, al ritorno in Italia, al mare o al Kurasini dove alloggiavano. E sapeva dove portarli per mangiare bene.

Elio era allo stesso tempo uomo riservato, rispettoso delle idee altrui e uomo dell'amicizia, disponibile per ogni servizio.

Quando tornava in Italia era ospite degli stimmatini a Verona o a Trento. Si sentiva uno di noi anche se, mi sembra, non ha mai voluto esprimersi pubblicamente e non ha mai preteso di essere stimmatino. Ma lo era di spirito e di cuore.

P. Assuero Mascanzoni.