Nato: 11.5.1925
Morto: 11.2.2016
Anni: 90
Ricordo e gratitudine per un grande benefattore: Mario Mangili
Ecco un breve ricordo, scritto a due mani, da P. Dino Facciotti e da P. Flavio Ferrari.
Ecco quanto P. Dino Facciotti mi scrive su di lui, che lo conosceva molto meglio di me.
“Caro Flavio, scrivere su Mario Mangili mi è difficile. Mario è stato un amico molto generoso con noi Stimmatini. È stato un amico difficile perché esigente, ma non aveva tutti i torti. Ci ha trovati impreparati alla sua generosità. Forse si potrebbe dire che è stato "troppo generoso con persone che non l'hanno capito"...
L'ho conosciuto trent'anni fa, ma lui mi conosceva da più di quaranta. È nella parrocchia di San Leone Magno a Milano che mi vedeva con i giovani; poi mi ha ritrovato in Costa d'Avorio nel 1987. Mario è venuto con l'evidente intenzione di aiutarci molto di più. Aveva delle belle possibilità. Ma subito i suoi progetti sono stati frenati, diciamo ... dalla burocrazia!
Qualche anno dopo, abbiamo potuto realizzare, in parte, quanto aveva promesso a sua moglie prima che questa partisse per il cielo.
Continua P. Flavio.
Dopo aver construito, con altri aiuti e insieme alle Suore delle Poverelle, la nuova Maternità di Ayamé, vicino al rinnovato Dispensario, siamo diventati, per felice conseguenza, proprietari della vecchia maternità e del terreno adiacente. Il Sig. Mangilli ci ha aiutato a ristrutturarne le sale, perché diventassero una scuola di cucito per ragazze e ragazzi, sotto la direzione del volontario Giacomo Pasqualini. Il Sig. Mangili ha aiutato poi per continuare il lavori della scuola media e ginnasiale, che il Vescovo, Mons. Akichi, stava costruendo per fare il seminario minore e una scuola cattolica: ci aveva sollecitato degli aiuti per questo.
Poi scende un lungo silenzio sul «Fondo Mangili per la Costa d’Avorio»!
Pur sapendo che di questo «Fondo-Mangili» per realizzare degli investimenti per i Misssionari Stimmatini in Costa d’Avorio, sembrava che bisognasse “aspettare... la sua morte” per entrarne effettivamente in possesso. Questo fu un grosso malinteso, che andò avanti per una ventina d’anni!
Quando, nel 2007, ci rendiamo meglio conto che i nostri confratelli ivoriani diventano sempre più numerosi, che abbiamo costruito parecchie chiese e opere sociali, con molta generosità – quella dei nostri benefattori e della Congregazione -, cominciamo finalmente a pensare anche a noi e al nostro avvenire.
Infatti non avevamo ancora investito niente per noi, per assicurare il nostro futuro di Stimmatini in Costa d’Avorio. È allora che ci siamo ricordati del Sig. Mangili e dell’aiuto consistente che voleva darci, giustamente allo scopo di creare delle opere che potessero farci vivere, perché quanto avevamo fatto erano opere sociali e caritative, che non ci procuravano nessuna entrata, ma piuttosto qualche debito! Col Padre Generale di allora, Andrea Meschi, che era un grande amico del Sig. Mangili, l’equivoco del dover attendere è stato tolto e, d’accordo collo stesso Mario, abbiamo potuto costruire ad Ayamé, nel 2008-2009, 12 belli appartamenti da affittare.
Purtroppo il Sig. Mangili non credeva nella redditività di investire per creare delle piantagioni.
Nel 2010 apriamo la nuova casa di Offa; abbiamo bisogno di parecchi soldi, perché vogliamo creare un nostro Centro di Spiritualità a beneficio la diocesi di Agboville; il sig. Mangili ci dà il permesso di impiegare il resto dei soldi per questo. Nel 2008 c’era stato, purtroppo, il grosso crac delle banche d’Europa, che si rifecero in buona parte sui conti dei loro stessi clienti, compreso quello del Sig. Mangili, che ci perse, e noi con lui, quasi un terzo dell’importante fondo!
Del Centro di Spiritualità abbiamo potuto fare solo la parte centrale: l’accoglienza, la sala delle conferenza, il refettorio e la cucina e un vasto hall (utile per quando piove: non dimentichiamo la stagione delle piogge che dura quasi la metà dell’anno!). Mancano la chiesa e le case di accoglienza degli ospiti; quindi il Centro funziona già, ma solo per quanti vengono per una giornata soltanto.
Continua la testimonianza di P. Dino
Mario viveva solo, ma io da lontano cercavo di tenere il contatto o direttamente o attraverso una conoscente che abitava nello stesso palazzo. L'amicizia con Mario è stata difficile anche a causa del suo carattere chiuso, un po' scontroso e esigente. Lui stesso rendeva difficoltosa la relazione. Ci voleva tempo perché potesse sciogliersi, farlo parlare, ascoltarlo, tacere se urtava.
È partito come aveva vissuto, almeno in questi anni di pensione. Non voleva essere di peso a nessuno, non voleva avere debiti con nessuno, non voleva scomodare nessuno; però voleva attenzione.
Prego sempre per lui. Dino,
al quale si associa Flavio e tutti confratelli, riconoscenti, della Costa d’Avorio.