12 FEBBRAIO

 

SERGIO GASPARI (sacerdote)

 

Nato a San Francesco VR 1.9.1947

Professione Temporanea 1.10.1967

Professione Perpetua 24.9.1972

Ordinazione 26.7.1977 a San Francesco

Morto a Verona 12.2.2025

Età 77 anni.

 

Omelia al funerale di Sergio Gaspari. (Gianni Piccolboni 18.2.2025)

Per tutti Lui era Sergio anzi Sergione. La sua figura era quella di un granatiere. Alto e robusto perché i granatieri erano uomini di prima fila, dalle braccia potenti per lanciare le granate verso il nemico da una buona e sicura distanza. Anche Padre Sergio ha lanciato le sue granate lontano. All’estero e in Italia, un po’ in Sud Africa, per più lustri in Costa d’Avorio, poi a Rieti, Foligno, Gemona, Parma, Pavia, Verona. E le sue granate erano: Preghiera, vangelo, accoglienza e attenzioni premurose verso gli altri, specie i poveri. Di s° stesso scrisse: Ho avuto la grazia di nascere in montagna, dove, l’intensità dell'azzurro e l'immensità del cielo non occorre immaginarli e tu ti ritrovi, piccolo piccolo, a contemplarli. La maestosità della natura, la grandiosità delle montagne che inebriano di gioia il cuore e gli occhi, il candore fulgido della neve, il silenzio pieno e riposante che invita ad ascoltare la vita possente, hanno forgiato il mio carattere e impreziosito il mio spirito assetato di immenso.

La fede, semplice ma ferma, dei miei genitori e della comunità parrocchiale, la Messa quotidiana, partecipata da tutta la famiglia, hanno contribuito tantissimo a fare di me un religioso ed un prete. Il 3 settembre del 1959 mio papà mi ha accompagnato a Cadellara tra gli Stimmatini e Stimmatino sono diventato.

Siamo in molti che non abbiamo voluto mancare a questo appuntamento per congedarci da Lui. Chissà quanti aneddoti e quanti ricordi che custodiamo. Sapeva ascoltare e accogliere. Tanti lo hanno conosciuto in età matura, quando il suo fisico incominciava a scricchiolare. Il suo cuore gli ha dato numerosi problemi per cui ha dovuto ridurre la sua velocità e le sue attività. Lo ricordiamo con l’asciugamano sulla spalla. Soffriva terribilmente il caldo che gli toglieva quel poco respiro che gli rimaneva. Il suo incedere era diventato più lento e quel suo bastone nodoso gli dava la dignità dell’anziano. Eppure era l’uomo che ha costruito la grande chiesa a PK 18 in Costa d’Avorio, dove pure lui lavorò manualmente.

Vi leggo ciò che P. Rubens, superiore generale emerito, dal Brasile, ha scritto di Lui. Ne tratteggia bene il profilo: “La notizia dell’esodo da questo mondo, o meglio della Pasqua di Padre Sergio Gaspari, ci raggiunge con un alone di mistero e ci invita a guardare oltre: c’è la sorpresa della sua dipartita, il ricordo unito alla gratitudine, il silenzio di fronte a ciò che ora egli vive nell'eternità. Nelle diverse occasioni in cui l'ho incontrato, sono sempre rimasto incantato dalla sua gentilezza, dalla sua accoglienza fraterna e dalla sua sincera vicinanza, che facevano sì che ogni conversazione assomigliasse a un ritrovo tra amici. C'era qualcosa di raro in lui: una presenza che edificava, un modo semplice e autentico di stare con gli altri, un'ospitalità che non era solo una formalità, ma un vero dono di sé. Il suo modo di accogliere e di ascoltare aveva la forza di una testimonianza discreta ma profonda. Padre Sergio era un uomo dalle radici salde e dalla fede incrollabile, era uno che sapeva costruire non solo strutture, ma legami, comunità, fraternità. Il suo apparente rigore nascondeva un cuore generoso, sempre pronto a servire e a donarsi. Ora l’eternità lo accoglie e noi lo affidiamo all’abbraccio amoroso di Colui che egli ha servito e amato con passione e fedeltà. Ringrazio Dio per la sua vita e la sua testimonianza, che hanno segnato la storia di molti ... L'addio è sempre doloroso, ma l'eredità di un uomo come Padre Sergio non svanirà.” Ecco come l’ha fotografato P. Rubens.

Qualche anno fa Padre Sergio scrisse nel suo taccuino: “Non possiedo alcun bene materiale, e di questo ringrazio Dio. Nudo sono entrato nel mondo e nudo me ne vado. Nella mia vita, ovunque, tutto mi è stato donato sempre. Testimonio con stupore e gioia di essere stato colmato di doni da parte di Dio, fin da bambino. Il Signore mi usi misericordia se non sono stato all’altezza delle sue aspettative. A voi tutti chiedo scusa se ho offeso volontariamente o involontariamente e a chi si fosse sentito offeso da me. Implorate la divina misericordia con me e per me".

Allora eccoci qui come comunità in preghiera e ascoltando il suo invito bussiamo con fiducia alle porte del cielo perché venga accolto a vivere in Dio per sempre. Ha creduto nella risurrezione, e non sarà deluso. Un posto numerato nella sua casa Dio te lo ha assicurato, caro Padre Sergio: Vivi ora la sua beatitudine e la pienezza di vita in Lui.

 

 

Avvenire A05 - Domenica 16 febbraio 2025

Addio a padre «Sergione» Gaspari

 

Ha concluso il suo cammino terreno padre Sergio Gaspari, stimmatino, che ha svolto parte del suo ministero presbiterale a Parma, sia nella parrocchia delle Stimmate (anche negli anni della formazione e poi come vicario parrocchiale) sia nella parrocchia della Famiglia di Nazareth come parroco. E se il suo cammino fisico negli ultimi anni era diventato più faticoso per diversi problemi di salute, quello della fede e della sua calda umanità non ha mai perso vigore e slancio.

Sempre accompagnato dal sorriso e da uno sguardo di benevolenza sulle persone e sulla realtà, pronto sempre a sdrammatizzare (soprattutto i suoi malanni), e, nello stesso tempo, sempre capace di rendersi presente – anche fisicamente, nei vari passaggi di vita, dolorosi o lieti – dei tanti compagni di viaggio con cui ha intessuto legami di amicizia e di fede. Era per tutti “Sergione”, certamente per il suo fisico possente, robusto, per quelle sue mani grandi e forti (lui stesso ricorda che negli anni della formazione della parrocchia nel quartiere Montanara, allora non privo di criticità come di fermenti, si fece accettare da un gruppo di ragazzi che lanciavano bottiglie molotov nel campo parrocchiale, avendo dato prova di riuscire a sollevare con una sola mano un bilanciere di qualche chilo), ma soprattutto per il suo grande cuore, in cui tutti – anche chi aveva un passo più incerto nella fede o chi si riteneva addirittura lontano o fuori – trovavano posto e accoglienza, mai giudizio. E un sorriso. E un aiuto materiale concreto, mettendoci del suo, anche quando si accorgeva che forse c’erano punti oscuri da chiarire, ma la carità non poteva aspettare.

Ripensando agli anni vissuti a Parma, nel libro che ripercorre i 50 anni della parrocchia delle Stimmate, aveva concluso la sua testimonianza, rifacendosi ad alcune parole della Bibbia: «La richiesta a Dio di farvi sentire la sua presenza e di benedirvi “per poter, senza timore, camminare in santità e giustizia, al suo cospetto, tutti i giorni della nostra vita” (Lc 1, 74). “In Lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,27)». Con la certezza della sua benedizione e del suo sorriso che ci accompagna, continuiamo i nostri passi. Le esequie si terranno martedì, 18.2.2025, nel santuario Madonna di Lourdes a Verona. (M.C.S.)

L'articolo di Avvenire riporta questa foto

presa a Parma da Maria Cecilia Scaffardi

 

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