3 SETTEMBRE

 

FANGELO DUSI  (sacerdote)

 

Nato a Lonato 1.1.1930

PROFESSIONE TEMPORANEA

9.9.1949

PROFESSIONE PERPETUA:

9.9.1952

ORDINAZIONE:

26.6.1955

MORTO:

3.9.2015 a Verona Borgo Trento

ETÀ: 85 anni

 

 

Profilo di P. Angelo Dusi (a cura di P.Gianni Piccolboni)

Padre Angelo Dusi si è spento sul far della sera del giorno 3 settembre 2015 all’ospedale geriatrico di Borgo Trento - Verona, dove era stato ricoverato due mesi prima per una ischemia. Erano le 17,45.

Chi era padre Angelo?

Nato a Lonato (BS) il 30.1.1930, a undici anni entra nell’Istituto degli Stimmatini a Sezano - Verona. Sempre in provincia di Verona, nella casa di Cadellara, nel 1948 fa l’ingresso in noviziato. Emette i primi voti religiosi a Boscochiesanuova (Vr) nel 1949.

Nel 1955 viene ordinato sacerdote.

Trascorre i primi cinque anni di sacerdozio a Parma, dove frequenta l’Università e consegue la laurea in Matematica e Fisica. Sempre nella città emiliana, è incaricato del Collegio come Vice rettore. Laureatosi, viene trasferito a Udine come insegnante e vice-rettore del Collegio. Nel 1964 gli viene chiesto di trasferirsi nello Studentato di San Leonardo – Verona, dove per tre anni sarà formatore dei liceali (professi) e insegnante sia a San Leonardo come alle Stimate.

Nel 1970 viene eletto Consigliere Provinciale nel ruolo di Segretario e viene nominato anche Preside della Scuola Stimate, incarico che manterrà per tre anni insieme all’insegnamento.

Nel 1973 i Superiori consentono che parta per il Sud Africa, ove si trasferisce negli ultimi giorni dell’anno: vi rimarrà quasi quarant’anni, con un breve pausa di due anni a Roma per studi specialistici con cui ottiene un "Master of Divinity".

Si è spento a 85 anni compiuti, due mesi dopo aver celebrato il suo 60mo di sacerdozio.

Il suo sogno era di concludere la sua vita in Sud Arica.

Lo ricordiamo come un uomo e un religioso molto rigoroso ed esigente con sé stesso e con gli altri, un uomo che non aveva compromessi e mezze misure, di carattere deciso, volitivo e coerente. 

Dotato di una intelligenza profonda e molto superiore alla media, era amante della letteratura, della matematica e della fisica, della teologia, della Bibbia e della catechesi.

In Sud Africa ha ricoperto il ruolo di superiore della missione per sei anni. Il campo dove ha speso le sue energie dando il meglio di sé è stato l’apostolato della predicazione e della catechesi.

I suoi ultimi 20 anni li ha spesi esclusivamente nel rinnovamento della catechesi e nella formazione dei catechisti con la pubblicazione dei catechismi, attualmente in uso, per la diocesi di Pretoria e per altre diocesi sudafricane.

Le numerose telefonate ed attestazioni di stima ed affetto ricevute in occasione del suo decesso sono un segno di quanto era apprezzato, ricercato e ben voluto.

A noi non resta che la gioia di ringraziare il Signore per averlo avuto come membro della nostra Congregazione e per averlo conosciuto. Gli siamo riconoscenti per tutte le energie che ha speso per l’Istituto e per la Chiesa. Ha vissuto con fedeltà e coerenza, ha dato testimonianza di uno stile di vita spartano. Ha vissuto e promosso il rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II. Ha visto nella catechesi la via per accostare la Parola di Dio e per comunicarla in un modo semplice ma incarnato.

Grazie P. Angelo.

 

 

 

 

 

Elogio funebre per P. Angelo Dusi, Missionario Stimmatino. (Lonato, 7 settembre 2015, Messa: ore 15.30)

Introduzione (alla messa)

Carissimi confratelli sacerdoti, carissimi famigliari, amici, fedeli di Lonato, ci siamo fermati un istante, in religiosa compostezza per dare il nostro saluto ad un Grande che ha lasciato la scena di questo mondo. L’angelo della vita è venuto a sigillare l’esistenza di padre Angelo Dusi, con le parole di vita: «Bene servo buono e fedele entra nella gloria del tuo Signore».

Questa chiesa ha visto l’inizio del cammino cristiano di P. Angelo nel giorno del suo battesimo, poi le varie tappe dei sacramenti, inoltre la prima messa e il 25° di sacerdozio. È stata in quella occasione, 35 anni fa, che è nata la collaborazione missionaria della parrocchia tutta con il Sud Africa, luogo dove P. Angelo operava. Sono incominciate le varie spedizioni di operai, di volontari e le varie esperienze giovanili.

Oggi, in questa chiesa si conclude la sua esistenza terrena. Siamo radunati per celebrare con lui il suo passaggio, il suo esodo da questo mondo, per ringraziare Dio assieme a lui e per lui e per chiedere, nella preghiera, che gli venga assegnato un posto nel cuore di Dio.

 

Preghiera iniziale della Messa

O Dio gloria dei credenti e vita dei giusti, tu che ci hai salvato con la morte e risurrezione di tuo Figlio, apri le braccia del tuo amore per accogliere il nostro Fratello P. Angelo sacerdote. Concedigli di condividere il trionfo sulla morte e di contemplare per sempre te che ci hai creati e redenti.

Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

 

Omelia

Da questa celebrazione vogliamo tornare a casa arricchiti della suo messaggio e della sua presenza e non impoveriti dalla sua scomparsa.

Abbiamo voluto perciò cercare nella fede, alla luce della parola di Dio quelle ispirazioni quella energia che danno forza per continuare nella ricerca del senso e del fine della vita.

Questa preziosa occasione ce l’offre P. Angelo che è qui davanti a noi, immobile ma orientato verso di noi, ci offre il suo ultimo insegnamento, mentre la scena di questo mondo sta sparendo ai suoi occhi, e mentre il sipario sta calando sulla sua presenza terrena. Ce lo offre invitandoci ad aprire il cuore per interiorizzare la Parola ascoltata, accolta, meditata.

Gv 6,37-40

Colui che il Padre mi dà, verrà a me, e colui che viene a me io non lo caccerò fuori … Questa è la volontà del Padre, dice Gesù, che io non perda nessuno, che non perda colui che il Padre mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno (Gv 6,37.39). Queste parole di Gesù, pronunciate nella sinagoga di Cafarnao, sono capaci di dare una speranza proprio a noi che siamo qui in ascolto ed in preghiera, specie quando non vediamo chiaro, quando abbiamo paura e siamo in preda all’angoscia o quando vediamo buio, quando ci sembra di non aver più fede o di diventare abulici, privi di entusiasmo, o quando non abbiamo più la forza di guardare in alto, quando non ammiriamo più l’azzurro del cielo, quando non riusciamo più a sorridere e siamo cupi, quando cediamo alla tentazione di essere pessimisti o quando rinunciamo a portare a maturazione l’immagine di Dio in noi. Ci assicura Gesù: Io non voglio perdere nessuno, mi prodigo perché nessuno si perda, come pastore vado in cerca degli smarriti, e busso al tuo cuore perché apra a me, che sono la tua sorgente di vita che ti do la chiave per capire e per vivere una vita in pienezza. Ti accolgo come sei nelle tue fragilità perché tu sei un dono per me, Il dono che il Padre ha voluto donare a me. "Io non ti caccerò mai fuori, non ti respingerò" ... Non ci sono richieste grande qualità morali, non ci è chiesta l’innocenza, non ci è chiesta neanche la mancanza di peccati: ci è chiesto soltanto di andare a lui. Gesù allora non perderà chi va a lui, non lascerà che gli sia strappato dalla mano nessuno. Neppure la morte sarà in grado di operare questa separazione: nell’ultimo giorno Gesù risusciterà chi è andato a lui. La storia di salvezza non si divide tra quelli che non hanno peccato e quelli che hanno peccato,

ma si divide, sì, tra quelli che sono andati da Gesù e coloro che non vi sono andati perché non se la sentivano di fidarsi di Lui.

Caro Padre Angelo, ti ho solo imprestato la voce per trasmettere questo messaggio di speranza attinto dalla Parola di Dio proclamata oggi e che tu in Sud Africa per 40 anni, instancabile, hai seminato nel cuore di tanti, nel popolo di Dio, nei giovani seminaristi, nei catechisti, nei ragazzi, nei cresimandi, nei preti, nelle suore nei vescovi. Sei stato l’uomo, il prete, innamorato della Parola di Dio. Tu ne hai scandagliato i fondali profondi, l’hai assaporata ed essa ti ha riempito il cuore trasformandoti, e sentivi bruciante dentro di te quel «Guai a me se non annuncio il vangelo». Ti ricorderemo e ti ricorderanno per la passione che hai messo nel rinnovamento della catechesi, nei contenuti, negli stili, nelle metodologie, nel modo di impostare la catechesi l’iniziazione cristiana per ragazzi adolescenti, giovani ed adulti ... È vero che il progetto nuovo da noi introdotto nella Chiesa a Pretoria è stato un frutto di un team-work, lavoro di équipe fatto da noi tutti missionari stimmatini, ma è anche altrettanto vero che tu ci hai messo dentro l’ardore, l’anima, il tempo, la competenza, la preghiera. Hai dato tutto te stesso e alla fine non vivevi se non per questo progetto, se non per i catechisti che hai seguito settimanalmente in tutte le vicarie della diocesi di Pretoria. Sei riuscito a far passare le idee nuove di catechesi, di liturgia, di chiesa, di formazione dei leader di comunità e del coinvolgimento dei laici volute dal vaticano II. Per questo eri apprezzato dalla Conferenza Episcopale Sudafricana dove eri non solo conosciuto ma amato e ricercato. Tu ogni sera, sfidando i pericoli della notte africana, non mancavi mai agli appuntamenti con i catechisti anche nelle più sperdute e remote aree pastorali. Non c’erano scuse. Hai subito anche una rapina a mano armata, di notte, mentre eri intento in questo ministero e ti hanno lasciato ai bordi della strada, fortunatamente vivo, privato solo del mezzo di trasporto. Ma non ti sei mai arreso di fronte alla paura o al pericolo. Nel tuo cuore c’era quella forza che ti diceva: Guai a Me, povero me se non annuncio.

In Sud Africa non era facile lavorare, specie agli inizi, si era sempre sotto gli occhi sospettosi della polizia. Non avrai certo dimenticato gli anni furenti del 85 quando a Brits la polizia ha sparato i gas lacrimogeni all’interno della nostra abitazione in quel momento piena di operai che cercavano un rifugio incalzati dalla polizia che voleva disturbare la loro riunione. E quando ci veniva bruciato il salone delle riunioni dei movimenti anti-apartheistici, oppure quando il primo maggio dei lavoratori venivamo fermati e cacciati dalla polizia in assetto anti sommossa. Ma c’era sempre dentro: Guai a me se mi fermo, guai a me se non annuncio Cristo anche in catene ... Un altro ricordo dello spessore della tua vita risale a 50 anni fa quando ci preparasti, con il ritiro spirituale di otto giorni, al noviziato. Eri deciso e convincente e le tue parole avevano autorevolezza, penetravano. Ci facevi anche un po’ paura, eri severo ed esigente con te stesso e lo pretendevi anche dai tuoi giovani allievi dello spirito. Tu non accettavi le mezze misure, non volevi i pigri, volevi che ognuno esprimesse il massimo e il meglio di sé stesso. Poi ti abbiamo visto come formatore, dico una parola grossa, tu ci torchiavi: Studiare, lavorare pregare e soprattutto ci invitavi ad aprire gli occhi e guardare il mondo positivamente quel mondo che sarebbe diventato il nostro campo di apostolato, un mondo dove portare i segni e i semi della presenza di Dio. Ti abbiamo visto, professore di matematica e fisica, professore al Bertoni di Udine, alle Stimate di Verona e poi anche preside. Poi la sorpresa: L’Africa, la tua Africa. Il tuo Sud Africa. Erano gli anni maturi della vita. Eri un quarantenne. All’Africa hai offerto gli anni della maturità, con la tua creatività e con il tuo instancabile zelo. Lì stavano nascendo comunità cristiane assetate di Parola di Dio e di formazione biblica. Era il tuo pane. Ti sei buttato a corpo morto. Sarebbe stato tuo desiderio terminare la tua vita in Sud Africa. Non hai mai cessato negli ultimi tre anni di sognare il tuo ritorno in quella terra. Quanti sforzi, per rimetterti in salute per poter camminare di nuovo. Abbiamo capito tutti la tua sofferenza morale e psicologica di sentirti bloccato sulle sedia a rotelle o obbligato ad essere aiutato a camminare lentissimamente con le stampelle, il non poter andare dove avresti voluto. Hai sempre rifiutato di farti servire anche quando ne avevi di bisogno. Avevi un forza di volontà ferrea quasi testarda. Ora, libero dai condizionamenti corporei, puoi sicuramente spaziare su cieli sconfinati e sorvolare l’altopiano del Transvaal, la distesa sconfinata della savana Sudafricana che hai percorso in lungo ed in largo e con la costellazione della Croce del Sud, continuare ad amare e sorridere al tuo amato Sud Africa. Grazie P. Angelo per essere stato un uomo, un religioso e un prete un missionario stimmatino doc, per averci dato la testimonianza, di una vita buona, integra secondo il vangelo. Sei vissuto nella fede che non tradisce e nella speranza della vita che continua, hai sempre coltivato la gioia e l’entusiasmo della scoperta e dell’approfondimento. Sicuramente hai nutrito le menti ma hai conquistato molti cuori. Grazie. Operaio buono e fedele della vigna, riposa ora nel cuore di Dio. 

 

 

Messaggio letto da Padre Stefano Senaldi al funerale di P. Angelo Dusi.

 

PER LA MORTE DI P. ANGELO DUSI
Dai Catechisti dell'Arcidiocesi di Pretoria e di tutto il Sud Africa, per la morte di don Angelo Dusi.
Ci ricorderemo sempre di te, per i tuoi insegnamenti riguardo a Cristo, per la tua forte fede nel Signore, per il tuo amore per la Sacra Scrittura, per la tua grande venerazione per il sacrificio della Santa Messa, per il tuo buon carattere, per il tuo grande senso dell'umorismo, per la tua grande preoccupazione per i poveri e per le tue forti convinzioni nella fede cattolica.
Se dovevi andare da qualche parte per un impegno, non avevi mai paura di guidare da solo, non hai mai esitato, anche se pioveva, di andare per solo due o tre persone, perché credevi che Dio ti mandava ad annunciare la sua buona notizia.

Eri profondamente ferito, quando un sacerdote trascurava il suo lavoro pastorale. Don Angelo, eri un uomo di profonda preghiera, di riflessione profonda, e promettiamo di non dimenticarti mai.
Siamo stati molto fortunati a lavorare con te per la maggior parte della tua vita, e davvero siamo ciò che siamo nella fede grazie al tuo impegno. Siamo orgogliosi del fatto che, quando hai lasciato questo mondo, hai lasciato alcuni frutti del tuo raccolto con noi, per il bene della Chiesa nel suo insieme. Promettiamo di essere fedeli ai fondamenti che hai donato a noi, catechisti.
Siamo orgogliosi degli insegnamenti che hai condiviso con noi e promettiamo di diffondere la Buona Novella di Gesù Cristo che hai condiviso con noi.

Riteniamo che questo mondo sarebbe un luogo migliore in cui vivere, se avessimo più Sacerdoti come te.
Infine, cari Ottorino, Franca, e gli altri parenti, grandi e piccolo, di don Angelo, vi inviamo il nostro più profondo cordoglio.
I nostri pensieri e preghiere sono con te e la tua famiglia: riposa in pace.

 

 

La nostra preghiera per il defunto don Angelo Dusi.

Signore, Padre del cielo, hai elevato il tuo servo padre Angelo Dusi al santo sacerdozio del tuo Figlio Gesù Cristo, dandogli l’autorità di offrire il sacrificio eterno, di portare all’altare il corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo e di assolvere i nostri peccati nel tuo nome Santo, di portare la Buona Novella ai poveri e farli incontrare Cristo nella loro vita.

Ti chiediamo dal profondo dei nostri cuori, come catechisti dell'Arcidiocesi di Pretoria e di tutto il Sud Africa, di premiare la sua fedeltà e di dimenticare tutti i suoi difetti, di ammetterlo con gioia alla tua santa presenza per godere per sempre della vita eterna, come promesso dal tuo Figlio Gesù Cristo, per tutti coloro che veramente hanno creduto in lui durante i giorni della loro vita.
Te lo chiediamo per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen.

 

Dalla Georgia, don Luigi Mantovani, tuo compagno, manda questo Messaggio:

Don Angelo è stato per me un "angelo" nel recupero personale dell’anno di liceo di cui ci avevano privato i Superiori e nella preparazione agli esami di maturità. Non ho conosciuto nella mia vita una mente così lucida come la sua. L’ho ammirato anche per il suo amore alla Congregazione: poiché ai tempi della nostra giovinezza la Congregazione era priva di docenti di matematica, lui, per natura portato alle Lettere, decise di laurearsi in matematica.

E che dire del suo lungo apostolato in Sudafrica?

Il Signore lo ricompensi di tutto! Caro don Angelo, sii ancora per me un "angelo" dal cielo!

 

P. Harry a nome dei confratelli della Provincia del SS.mo Redentore

Noi giovani stimmatini africani vivremo ricordando le belle cose che ha fatto per la chiesa di Pretoria e RSa. Personalmente ringrazio Dio per la sua dedizione e costanza nel ministero della evangelizzazione. Un gigante è caduto ma i suoi frutti continueranno a produrre altri frutti in abbondanza. Che il Signore misericordioso e pieno di amore accolga la sua anima, la sua vita. (P. Harry)

 

Altre

Diverse attestazioni di stima e di gratitudine per quanto hai seminato nel cuore di tanti ci sono pervenute da tantissimi, dai Padri del Sud Africa, da parrocchiani, catechisti, dal tuo medico curante, dai tuoi compagni.

 

 

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