6 NOVEMBRE

 

 

FRANCO CHIERICO (sacerdote)

 

Nato: Milano 2.12.1939

Professione temporanea 25.9.1957

Professione perpetua 13.12.1960

Sacerdozio: Duomo di Milano 26.6.1965

Morto: Milano 6.11.2017

Età: 77 anni

 

 

La sera del 6 novembre, alle 19.10, don Franco è partito per il Paradiso. La sua ultima settimana è stata difficile. Fino a martedì 31 ottobre era una persona serena e in pace. Fedele al suo ufficio dove registrava battesimi, prime comunioni, cresime, matrimoni, funerali, trascrizioni di ogni genere; attento a quanto  riguardava l’archivio che ha seguito da sempre con competenza e dedizione. Visitava le famiglie quando veniva chiamato, le sue amicizie con molte persone della parrocchia erano datate da tempo perché era la nostra memoria storica, provvedeva al bene della comunità come economo, sapeva dare una mano ai poveri che si rivolgevano a lui. In chiesa lo trovavi sempre durante le celebrazioni, attento ai particolari perché nulla fosse fuori posto. Si univa volentieri al coro, accompagnava chi cercava una parola o una pratica sacramentale. Era insomma una presenza preziosa e silenziosa allo stesso tempo.

Martedì sera 31 ottobre  è stato colpito da una emorragia cerebrale. Da subito i medici ci hanno detto che non restavano molte speranze. La comunità tutta di santa Croce l’ha accompagnato con la preghiera e con la vicinanza alla comunità religiosa dimostrata con tanti segni.

Le sue condizioni si sono fatte gravi già da domenica pomeriggio. Nella serata di lunedì il Signore l’ha chiamato con sé in Paradiso. Risposi in pace.

Domani, mercoledì 8.11.2017 la salma giungerà in parrocchia dove alle 18 e alle 21 ci sarà la preghiera del Rosario nella sala della biblioteca.

I funerali saranno celebrati nella chiesa di Santa Croce giovedì 9 novembre 2017 alle ore 14.45 e la salma verrà tumulata al Cimitero Maggiore di Milano nella tomba degli Stimmatini.

 

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Giovedì 9 novembre 2017 abbiamo celebrato il funerale di padre Franco Chierico. Ecco le parole del parroco Lidio Zaupa nell’omelia. 

Martedì scorso 7 novembre, nel pomeriggio sono andato a trovare p. Franco nella camera ardente dell’ospedale Policlinico. Era mancato la sera prima. Ero solo. E come capita in questi momenti ho cominciato a parlare a voce alta. Lui non mi sentiva fisicamente ma io avevo bisogno di dirgli qualcosa. «Ma perché – gli ho detto – sei partito così in fretta? Senza quasi salutarci. Ti abbiamo accompagnato solo per pochi giorni dal momento in cui ti abbiamo ricoverato. Non potevi stare un po’ di più con noi? Soprattutto adesso che eri così sereno e in pace, pronto a tutte le emergenze, attaccato al tuo ufficio dove sapevi registrare ogni cosa tempestivamente. E poi uscivi per incontrare la gente. Quante persone hai avvicinato nella tua vita! Quante benedizioni nelle famiglie durante il tempo di avvento! Quanta solidarietà usata verso chi domandava un aiuto!».

Poi mi sono rivolto al Signore e gli ho detto: «Signore, perché ci hai portato via un fratello così buono in questo momento in cui era necessario per la nostra comunità?».

Solo il giorno prima era arrivato dalla Costa d’Avorio padre Marius che poi con p. Matthieu ti ha accompagnato all’ospedale di notte. Tu eri sereno quella sera. Ti parlavamo tranquilli perché non sembrava nulla di grave. E tu rispondevi con il tuo solito sorriso, non volevi farci preoccupare, non sentivi dolore … e ti abbiamo lasciato andare.

Qui a santa Croce eri nato, qui sei cresciuto da ragazzo. Suor Teresa, di qualche anno più giovane, ti ricorda quando davi da ragazzino i primi calci al pallone in via Giustiniano. Poi a Verona ti sei formato alla scuola apostolica degli Stimmatini. Santa Croce aveva già dato alcuni religiosi all’istituto di san Gaspare. Tu poi hai consegnato il testimone a p. Stefano Senaldi, sempre di santa Croce, perché il giro continuasse. Da prete novello hai passato i primi due anni nella comunità di Trento, poi, nel 1967 sei arrivato a santa Croce. Cinquant’anni fa, eri la nostra memoria storica, conoscevi tutto e tutti, giravi per il quartiere conoscendone ogni particolare, ti fermavi a prendere il gelato d’estate da nonno Peppe, entravi e uscivi dall’oratorio che hai visto trasformarsi in questi 50 anni. Eri in chiesa al momento giusto, i tuoi penitenti chiedevano: c’è don Franco? E tu eri per loro punto di riferimento. Poi in ufficio parrocchiale tenevi in ordine ogni cosa, ogni carta trovava il suo posto. 

Sei stato per cinque anni anche a san Leone, l’altra parrocchia che avevamo noi Stimmatini qui a Milano. Il ricordo è ancora forte perché anche oggi ci sono amici di quella parrocchia qui presenti per pregare assieme a noi. E come è stato duro anche per te quando quella parrocchia nel 1985 è stata lasciata dal nostro istituto perché le forze scarseggiavano e tu sei tornato a santa Croce.

Eri sempre preciso nelle cose. Quante volte mi hai richiamato dicendomi: «Don Lidio, guarda che qui manca qualcosa in questa posizione matrimoniale che hai avviato.» - Meno male che c’eri tu. In dieci anni non ho ancora imparato tutto perché sapevo che alle spalle c’era sempre qualcuno che mi controllava e non aveva paura di dirmi quando sbagliavo.

Grazie Franco, di quello che sei stato e di quello che hai fatto per questa comunità di Santa Croce. Che fino alla fine hai voluto servire nel modo migliore come il 18 ottobre scorso (2017) quando è venuto alla sera a trovarci il nostro Arcivescovo mons. Mario Delpini per pregare con noi e animarci con la sua parola. Tu, come buon chierichetto, quella sera hai voluto restare sempre vicino al vescovo, il tuo cuore era un cuore davvero ambrosiano.

Questa comunità ti ha voluto davvero bene, ti è stata vicina. In questi giorni si è mobilitata per sapere notizie, esserti vicino. Ti  ho stretto la mano diverse volte quando eri ricoverato. All’inizio rispondevi con strette di mano che ci hanno dato l’illusione che tu potevi continuare a restare tra noi. Poi tutto si è fermato. Quando domenica pomeriggio ti ho stretto la mano, ho cercato di parlarti all’orecchio, non ho più trovato risposta. Ho capito che eravamo arrivati davanti alla porta del Paradiso. Ho salutato tuo fratello Giancarlo, le tue nipotine Cristina e Alessandra, la Valentina e l’Emanuela che ogni giorno ti erano accanto. E ho detto al  Signore: «Grazie perché ci hai dato un fratello così buono e fedele. Tu conosci tutto, tu  sai perché l’hai chiamato a te in questo momento».

Concludo con una breve testimonianza presa tra i tantissimi messaggi che ci sono giunti: Don Franco, una presenza costante  da quando sono entrata, circa 21 anni fa in questo mondo stimmatino. Don Franco, a volte  burbero, ma molto più spesso sorridente e pronto alla battuta, Don Franco canterino, Don Franco bravissimo confessore. Ma quello che mi veniva in mente stasera, mentre pregavamo per lui era l'immagine di lui e Fratel Ferdinando, pellegrini in Paradiso, l'uno indaffarato a organizzare le tappe e l'altro pronto a seguirlo e ad indossare l'abito per celebrare la Messa in ogni chiesa lungo il percorso. Non sono triste perché nell'ultimo periodo l'ho visto in perfetta forma e sereno e perché non ha dovuto soffrire troppo a lungo prima di essere accolto nelle braccia del Padre. Spero che da lassù lui e Fratel Ferdinando continuino a vegliare su di Voi confratelli e su tutti noi membri di una Parrocchia a cui erano tanto legati. Un abbraccio e una preghiera. Riposi in pace.

P. Lidio Zaupa

 

Testimonianze:

Il saluto delle nipoti

Ciao Zione! Così ti abbiamo sempre chiamato affettuosamente quando ci vedevamo o sentivamo al telefono. Sì, proprio così, Zione … questo era il soprannome che noi, le tue nipotine Cristina e Alessandra, fin da quando eravamo più piccine, ti avevamo dato. Con la tua figura imponente e la tua voce profonda infondevi in noi, e certamente in molti altri, autorevolezza, determinazione e soprattutto rispetto! La spontaneità della tua risata, che in alcune occasioni scoppiava così fragorosa da farci sobbalzare, non la potremo mai più sentire, ma nemmeno mai dimenticare … ci mancherà immensamente! In questi ultimi anni i momenti che abbiamo trascorso insieme per molti mesi, in macchina nel traffico cittadino di questa grande Milano, le ore nelle sale di attesa degli ambulatori, raccontandoci episodi di vita quotidiana e piccole curiosità, li ricorderemo con grande affetto. Io, Cristina, ricordo una frase che hai pronunciato il giorno del mio matrimonio. Durante la liturgia, alle mie lacrime di commozione e pausa di silenzio, tu hai pronunciato questa frase: «Si vede che siamo fatti della stessa pasta!». Infatti, guardandoci negli occhi, abbiamo provato un’empatia immediata e profonda. Dimostrazione della tua grande sensibilità e bontà. Ed io, Alessandra, ricordo con gioia il tuo entusiasmo e curiosità quando ascoltavi i racconti dei miei viaggi africani, ai quali anche tu riuscivi ad appassionarti sommergendomi di domande. Entrambe noi, nello starti vicino in questi giorni di grande dolore e sofferenza, abbiamo scoperto che al tuo fianco hai sempre avuto amici molto, molto speciali, con un cuore immenso. Vogliamo ringraziare anche loro, questi “Angeli”, per l’aiuto ed il sostegno che ci hanno dato nell’affrontare questo immenso dramma troppo improvviso. Buon viaggio “zione” e come ultima richiesta ti chiediamo solo una cosa: veglia su di noi e su mamma e papà da lassù. Ti porteremo per sempre nel nostro cuore. Cristina e Alessandra

 

Prima del congedo finale

Un grazie sincero a P. Franco per la sua vita spesa come confratello nella Congregazione degli Stimmatini. Mi unisco al coro dei confratelli, della comunità cristiana di Santa Croce  e  dei suoi famigliari per ringraziare il Signore per il dono della vita di P. Franco spesa come sacerdote qui nella sua amata Milano. Era un Milanese puro sangue, si è sempre trovato bene, sicuro  e protetto nella sua città e tra i suoi concittadini che amava teneramente. Voglio dire grazie anche ai confratelli stimmatini e alla comunità parrocchiale di santa Croce per la vicinanza, per le premurose cure ed attenzioni dimostrate nei confronti di P. Franco in modo particolare nei momenti critici della sua vita e nel periodo di degenza all’ospedale. P. Franco ha dedicato la sua intera vita accanto alla gente, agli ammalati nella parrocchia di San Leone Magno e soprattutto qui in Santa Croce. Quanta gente ha incontrato, aiutato e accompagnato! Ora proprio qui in questa chiesa dove ha celebrato l’Eucarestia e dove ha amministrato ai fedeli i sacramenti, la sua comunità gli dà il saluto finale e lo raccomanda al Signore perché gli doni la vita in pienezza. P. Franco è stato l’uomo della precisione e della fedeltà. Non ha fatto grandi opere ma ha vissuto il quotidiano con tanta disponibilità, serenità, umiltà e con tanta gioia. Non appariva in prima fila, ma da dietro le quinte era attento che tutto procedesse alla perfezione. L’avevo incontrato per la prima volta da ragazzo quando ero ancora nelle medie assieme a P. Lidio e lui era il nostro fratello maggiore (era studente di  prima teologia) che ci accompagnava nel nostro percorso verso il discernimento della vocazione religiosa stimmatina. Era  vicino e sapeva capirci ed incoraggiarci. Era sempre gentile e paziente. Missione compiuta, caro P. Franco. L’olio della tua lampada si è consumato; tu hai irradiato luce fino in fondo, fino all’ultima goccia. La corsa della tua vita terrena è arrivata al termine, ma oggi ti accompagniamo al treno che ti porta alla destinazione definitiva: le braccia del Padre. Grazie P. Franco. Ricordati di noi tutti. P. Gianni Piccolboni, superiore provinciale

 

Dal freddo della Scozia

Ancora dal freddo della Scozia, ti scrivo in queste tristi circostanze per esprimere a te, ai tuoi confratelli e alla comunità tutta le mie più sentite condoglianze per la perdita del nostro caro Padre Franco. È con estremo rammarico e cordoglio che apprendo di questa notizia, non molto distante dalla scomparsa di Fratel Ferdinando; entrambe carissime persone che hanno dedicato la propria vita al servizio di Dio, della Chiesa e della nostra preziosa Comunità di Santa Croce. Certo del loro riposo nella pace e nella luce del Signore, mi unisco alle preghiere per i vostri, e nostri, amati fratelli che ora ci accompagnano da Lassù. Come dicevo anche a Padre Mathieu, sto cercando di tornare in Italia il prima possibile, sperando di essere a Milano già dalla festa dell'Immacolata. Spero di potervi essere d'aiuto al mio rientro, specialmente per questo imminente periodo di preparazione al Natale del nostro Signore. Nell'attesa di potervi riabbracciare tutti una volta a casa, vi invio i mie cari saluti e vi accompagno nella preghiera. Con tanto affetto, Stefano

 

Un’infinita tristezza

Scusate, ma parole non ne ho molte, solo infinita tristezza … sarà sempre nel mio cuore, l'ho avuto vicino sin da bambina, ed è stato tanto di conforto anche a mio padre. Anche mia madre lo amava infinitamente, è rimasta scioccata alla notizia, già non è un periodo facile. Vi abbraccio con le parole di Sant'Agostino che tanto amo: «Coloro che ci lasciano non sono degli assenti, sono solo degli invisibili: e pongono i loro occhi pieni di gloria nei nostri, colmi di lacrime». Beatrice

 

Le tue bibite preferite

Ciao Padre Franco, terrò sempre in frigorifero per te "Un'aranciata amara ed un chinotto" le tue bibite preferite ... mi mancherai … Anna

 

La maglietta azzurra

Caro Franco, ora sei davvero nella luce del Padre e tra le sue braccia. Voglio ricordarti così, con la maglietta azzurra e i tuoi sfottò sugli stambecchi! Ti abbraccio e ti ringrazio caro Franco. Non è importante non esserci più, più bello è lasciare una bella traccia di sé. E tu lo hai fatto! Prega sempre e ancora per tutti noi. Daniela

 

Eri la mia famiglia

Caro Padre Franco. Oggi quando sono andata via, eravamo rimasti d'accordo di vederci domani mattina. Ti sono stata vicino questi giorni e mi salutavi con una stretta di mano, che ogni giorno diventava sempre più debole. Grazie di tutto, sei stato come un padre per me, eri la mia famiglia qui. I miei nipotini, che ti vogliono tanto bene, sono rimasti molto addolorati della tua scomparsa. Grazie Padre Franco. Riposa in pace. Valentina

 

Quanti anni insieme!

Ciao Franco, sono trascorsi oramai 55 anni da quando tu, d’accordo con mia mamma, mi aspettavi davanti al cinema mentre percorrevo da solo via Cicognara per portarmi all’oratorio. Quanti anni sono trascorsi e quanti sacerdoti ho visto transitare da S. Croce. Ma Tu sei sempre rimasto insieme a noi; chissà quale Santo protettore avevi in Paradiso. Ora purtroppo, quel Santo ti ha chiamato alla casa del Padre Nostro per sempre, forse per fare compagnia a Fratel Ferdinando, tuo caro e vecchio amico. Ti ricorderò sempre con quel tuo sorriso sulle labbra, e con una battuta sempre pronta. Quest’anno ci mancherai per la tradizionale benedizione natalizia. R.I.P. Stefano

 

Un sorriso bellissimo

Ciao Padre Franco, un altro pezzo di Santa Croce e della Comunità Stimmatina di Milano, ci ha lasciato … Vorrei ricordarti con il bellissimo sorriso con cui ti vedevo sempre, con cui sono cresciuta, sia in chiesa, sia in oratorio … Da quattro anni ero trasferita ad Alba ma ogni volta che venivo in chiesa e tornavo a casa, avevi sempre una bella parola per me e per i miei bimbi! Grazie e ora riposa in pace con padre Mauro e fratel Ferdinando! Sara

 

Un grande vuoto

Padre che sei nei cieli, ora che don Franco è tornato a Te, Ti ringrazio del dono prezioso della sua presenza nella mia vita; della sua compagnia spirituale; delle belle confessioni e delle parole essenziali ma intense con le quali Tu Signore tramite lui mi parlavi; del suo riportarmi scherzoso e affettuoso "qui sulla terra" (come amava dirmi lui) ogni qual volta la preghiera mi trasportava "lassù nei cieli" e lui temeva" volassi via" …; dell'esempio di umiltà nella gioia e nel dolore, di sobrietà e di speranza certa in Te, di forza nella tribolazione e di perseveranza nella preghiera. Signore, il Tuo Santo Spirito dava nutrimento alla sua ricchezza interiore, sensibilità umana ed empatia che gli permettevano di capire quando c'era bisogno di lui e di esserci sempre, con il suo rosario tra le dita. Ti ringrazio, infine, mio Dio di avere ascoltato le preghiere di tutti noi e di aver risparmiato al nostro amato don Franco la sofferenza dell'ultimo tratto del cammino che lo separava dal Tuo abbraccio, da quell'incontro con Te per il quale si era preparato da tutta la vita, insieme a fr. Ferdinando (che sono certa non l'ha mai lasciato solo in questi giorni di prova e ora sono uniti nella Tua Pace). Padre Franco lascia un vuoto grande nel mio cuore, che potrai colmare solo Tu, Signore. "don", mi mancherà tanto. Ma con la gioia nel cuore perché nulla potrà separarci dall'Amore di Cristo e perché la sento felice per l'eternità, l'accompagno con tanto affetto in questo momento che non è un addio ma un arrivederci. Laura

 

Pellegrini in Paradiso

Don Franco, una presenza costante  da quando sono entrata, circa 21 anni fa in questo mondo stimmatino. Don Franco, a volte  burbero, ma molto più spesso sorridente e pronto alla battuta, Don Franco canterino, Don Franco bravissimo confessore. Ma quello che mi veniva in mente stasera, mentre pregavamo per lui era l'immagine di lui e fratel Ferdinando, pellegrini in Paradiso, l'uno indaffarato a organizzare le tappe e l'altro pronto a seguirlo e ad indossare l'abito per celebrare la Messa in ogni Chiesa lungo il percorso. Non sono triste perché nell'ultimo periodo l'ho visto in perfetta forma e sereno e perché non ha dovuto soffrire troppo a lungo prima di essere accolto nelle braccia del Padre. Spero che da lassù lui e fratel Ferdinando continuino a vegliare su di Voi confratelli e su tutti noi membri di una Parrocchia a cui erano tanto legati. Un abbraccio e una preghiera. Silvia S.C.

 

Due angeli in più

Grazie per la comunicazione, ieri vi abbiamo pensato tanto e abbiamo pregato per p. Franco. Preghiamo anche per voi perché dopo queste perdite la comunità possa trovare la forza di rialzarsi e continuare il suo cammino, sapendo di avere due angeli in più che la supportano da lassù. Vi mandiamo un abbraccio da lontano e saluti a tutti. Irene, Giuseppe, Noemi e Lea

 

Grazie don Franco

Ciao, don Franco! Ho preso parte oggi, 9 novembre 2017, alla Messa del tuo funerale. Ci mancherai, mi mancherai. Ricordo di te in particolar modo, la spontaneità e la naturalezza con la quale, durante la Benedizione di Natale, di sei infilato in sala a casa mia, per vedere da vicino il mio alberello illuminato. Una naturalezza, una spontaneità e un candore in quell'episodio che non dimenticherò mai. Grazie, don Franco!  Luca.

 

Grazie!

Grazie Signore per averci donato un fratello come don Franco che ci ha accompagnato nel cammino di fede per quasi cinquant’anni! Grazie per le ore spese in confessionale per ascoltare, consolare, perdonare i nostri peccati! Grazie per l’impegno dedicato all’oratorio in tanti anni di fatica, di incontri, di uscite festose, di campi scuola, di Orfe, sempre fedele e infaticabile. Grazie per la cura dell’Archivio dove ha registrato i nostri battesimi, le prime comunioni, le cresime, i matrimoni, i funerali. Grazie per la fedeltà e la competenza con cui ha seguito l’economia della parrocchia, della comunità religiosa, del pensionato. Grazie per tutti gli incontri, le amicizie, i sorrisi che ha saputo donare a tantissime persone della comunità di santa Croce: era per tutti un punto di riferimento, una presenza silenziosa ma molto preziosa. Accoglilo nella tua pace. La comunità di santa Croce

 

 

 

 

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