29 NOVEMBRE

 

 

GIUSEPPE AURICCHIO  (sacerdote)

 

Nato a Poggiomarino 26.4.1943

Prima Professione 25.9.1963

Professione Perpetua 25.9.1967

Ordinazione 12.8.1971

Morto a Negrar 29.11.2018

Età 75 anni.

 

La sera del giorno 29 novembre 2018, il servo buono e fedele, Padre Giuseppe Auricchio ha lasciato i lidi di questa misera terra per congiungersi nelle nozze eterne con Cristo.

Nato il 26 aprile 1943 a Poggiomarino, figlio di Ciro e Sorrentino Maria Anna, da giovane innamorato di Cristo, chiese ed ottenne di entrare nella Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo, iniziando il suo cammino di preparazione alla vita religiosa presso San Leonardo a Verona. Nell’anno 1962-63 entrò in noviziato presso Grottaferrata (Rm), al termine di quell’anno emise i voti temporanei di Castità, Povertà e Obbedienza nel piccolo gregge di San Gaspare. Sempre a San Leonardo emise la professione perpetua il 25 settembre 1967 e nel 1970 venne ordinato diacono, sempre a Verona, San Giuliano.

A Poggiomarino (Na) venne ordinato Sacerdote il 12 agosto 1971. Da quel momento Padre Giuseppe (Don Peppino) servì la Congregazione in vari settori di apostolato e in varie comunità.

Nel 1972-73 è a Trento, ma subito dopo l’obbedienza lo invia a Battipaglia dove serve dal 1974 al 1978.

Nel 1982 diviene Parroco nell’amata Sapri (Sa), dove riorganizza la parrocchia e fa nascere tante realtà. L’afflato di don Peppino, la sua attenzione per tutti e per ciascuno, la sua gioia ed umiltà gli faranno meritare un nomignolo che diviene la perfetta descrizione della sua persona: il “Sole”. Dove passava le lacrime erano asciugate e un sorriso spuntava. In quegli stessi anni svolge il ruolo di consigliere nella Viceprovincia “Santa Maria della Speranza”.

Nel 1988 lascia Sapri per divenire, prima viceparroco e poi parroco della Comunità parrocchiale “Sacro Cuore” di Bellizzi (Sa), anni complessi per la situazione sociale del paese ma ugualmente riesce ad amare e a portare molti fratelli a Gesù. Quasi bruscamente, nel 1995, per una imprevista necessità della Provincia religiosa, i superiori gli chiederanno di lasciare la parrocchia di Bellizzi per portarsi a Bari, per divenire prefetto dei teologi. Don Peppino, non batte ciglio, prepara i suoi bagagli e ad anno non ancora terminato si trasferisce a Bari, dove immediatamente crea ponti e interseca relazioni con i giovani stimmatini in formazione. Ma il suo ministero non si ferma in casa è apostolo anche fuori tra cappellania all’ospedale ortopedico di Bari e la parrocchia di San Cataldo, anche là sarà amato e stimato. Nel 1998 segue a Roma i giovani studenti, dopo che i superiori decideranno di trasferire lì la formazione. Anche a Roma sarà viceparroco stimato.

Dal 2000 è a Battipaglia presso la parrocchia di Santa Maria della Speranza, inoltre ricoprirà il ruolo di Rappresentante legale della Provincia religiosa. Anni impegnativi sia per il ministero che per le responsabilità del suo ufficio, pian piano la sua salute incomincia ad incrinarsi.

Nel 2012 inizia pian piano il suo calvario, anche se continua a mantenersi forte e a servire la Chiesa che tanto ama, ma durante l’anno è costretto a recarsi a Verona per delle cure. Nel 2013 è all’Opera Bertoni al servizio della parrocchia e responsabile dell’accoglienza ma sarà costretto a causa della sua salute a ritornare a Verona per riprendere le cure.

Finalmente, dopo una lentissima ripresa nel 2017 i medici ritengono che Don Peppino possa

ricominciare pian piano a reinserirsi nel ministero e così i Superiori decidono di trasferirlo a Palombaio (Ba) per assicurargli tranquillità e nello stesso un ministero meno pressante. Durante l’inverno viene scoperto un tumore benigno alla pelle e subisce un piccolo intervento di asportazione, subito dopo un eritema diffuso, che viene prontamente curato. Durante l’estate i valori del sangue segnalano qualche funzionamento anomalo dei reni e dopo alcuni controlli si decide di trasferirlo a Verona per assicurargli un’assistenza più adeguata. Qui si scoprono dei polipi vescicali e si ritiene di intervenire. Purtroppo si dovrà asportare la vescica. Durante la convalescenza in ospedale, quasi all’atto delle dimissioni sopraggiunge una importante emorragia che costringerà i medici a tenerlo in camera intensiva. Le condizioni di salute non accennano a migliorare. Quando arrivano i primi segnali di ripresa, ecco che interviene una crisi cardiaca e poi una seconda crisi con una nuova emorragia.

Il servo buono si arrende a fare la volontà del suo Signore abbandonandosi al suo abbraccio con la sua inconfondibile e semplice serenità.

Uomo semplice, modello di obbedienza e di spiccata sensibilità e giovialità, vero innamorato di Cristo, della Chiesa e della Congregazione.

Vogliamo testimoniare a tutti il grande dono della testimonianza di questo umile e tenace figlio del Bertoni, sicuri che ora egli, nella comunione dei santi, intercede presso il Padre per noi e per la sua amata Congregazione. Possa egli impetrare per ognuno di noi le grazie di cui abbiamo bisogno e ci ottenga il dono di sante vocazioni.

I funerali si svolgeranno il giorno 3 dicembre, presso la Casa Madre delle Stimmate in Verona. Il feretro sarà portato poi a Poggiomarino dove, in serata si terrà una veglia di preghiera. Martedì 4 dicembre alle 9.30, sempre a Poggiomarino, verrà celebrata la messa del funerale e nel pomeriggio dello stesso giorno, a Battipaglia, alle 15.30 nella chiesa parrocchiale di Santa Maria della Speranza un’altra celebrazione eucaristica a cui farà seguito la tumulazione nella tomba degli Stimmatini a Battipaglia.

P. Fulvio Procino

Comunità Stimmatina di Palombaio

Palombaio, 30.12.2018

 

 

 

Saluto di una ragazza, Simona Vocca, durante il funerale: (4.12.2018)

 

Caro, … carissimo don Peppino, non è facile per noi porgerti questo saluto, ma non possiamo farne a meno ricordando tutte le volte che tu ci hai salutato. Ogni tuo saluto era un sorriso, una mano sulla testa, una benedizione.

Ogni volta nella tua gioviale tenerezza abbiamo incontrato un papà, un fratello, …un fratello carissimo (come amavi ripetere a ciascuno di noi!).

Quante volte ci hai accompagnato pellegrini nei luoghi di Grazia scelti da Dio, pellegrino insieme a noi. Le novene (non a caso il Signore ti ha chiamato a sé il primo giorno della novena all’Immacolata, che sicuramente stai pregando con noi dal Cielo!), i rosari, le Vie crucis, le processioni, le confessioni, l’accoglienza dei bambini al catechismo, dei poveri, degli ammalati, degli agonizzanti … ci sei sempre stato, pronto a servire, pronto a donarti con generosità per far crescere nei nostri cuori la fede, soprattutto con il tuo esempio di umiltà, semplicità, povertà di spirito.

Hai sempre pregato per noi e con noi, lo sappiamo quante volte hai elevato al Cielo le nostre preghiere unite alla tua, passando dal confessionale all’altare, che ogni giorno preparavi con estrema cura. Sempre PRONTO, SERVO UMILE, sempre di fretta, la tua fretta premurosa, come quella di Maria, che solo qualche volta diventava l’ansia di

compiere il tuo dovere sacerdotale per guadagnare nuove anime a Cristo.

Ci sembra ancora di sentire nei corridoi della parrocchia il tuo passo svelto e il tintinnare delle monetine nella busta a fine Messa con le chiavi che agitavi (instancabile custode) per attirare la nostra attenzione, che solo di pochissimo anticipavano il tuo sorriso benedicente.

Mai abbiamo sentito dalla tua bocca una parola fuori posto o pronunciata contro qualcuno, solo parole e opere di bene che ci hanno edificato, e hanno promosso e suscitato tra noi la comunione (che tanto desideravi), la pace vera, il sentirci figli di una stessa famiglia. La fede e la speranza ci aiutano oggi a credere, tra le lacrime, che la tua vita in Cielo continuerà ad essere per tutti noi della Comunità S. Maria della Speranza e delle altre Comunità Stimmatine, una Benedizione!

Sentiamo ancora in questo momento le tue mani sul nostro capo, mentre ringraziamo il Buon Dio, dal Volto tenero e amoroso, che ti ha donato a noi e che tu ci hai mostrato. Anche se non siamo stati con te nell’ultimo tratto del tuo cammino terreno, ti amiamo tanto e tanto ancora …

Grazie, don Peppino carissimo!