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Preliminari
Mi decido di iniziare oggi 9 agosto 1995, nella quiete del riposo estivo in Battipaglia, a stendere degli appunti sulla nascita e le vicende relative alla costruzione della Scuola Apostolica e del Santuario di Nostra Signora di Lourdes in Verona.
Veramente provai una certa velleità di stendere una cronaca di quegli avvenimenti fin dal 1953. Ma il desiderio non ebbe seguito e lo scritto si concluse alle prime battute. Voglio riportare qui, come stanno, quelle poche pagine, storia e oramai anche documento.
«Oggi 22 ottobre 1953, ho pensato di iniziare a mettere in iscritto alcune note relative alle predette costruzioni, nella speranza che un giorno a me ed ad altri potranno essere utili. Premetto che dirò quanto so di scienza certa per essere stato in mezzo a tutte o a molte trattative e per aver avuto le confidenze di chi dirigeva o conduceva la faccenda.
Per il periodo passato devo omettere molte date o quasi tutte, perché difficilmente le potrò ricordare con esattezza, data la mia memoria labile. Quanto dirò circa i fatti e le persone credo siano cose sicure: se non sono tali non le noto nemmeno. Questo per la chiarezza e per la storia.
La prima persona a suscitare il problema e a cercare una soluzione è stato p. Luigi Fantozzi. Terminata la guerra a causa della quale il Santuario e la Scuola Apostolica rimasero distrutti da bombardamenti aerei, egli, che si trovava a Roma, venne a Verona col "mandato" – così affermava – da parte del Superiore generale (p. Giovanni Battista Zaupa) di studiare il modo di ricostruire il Santuario.
Egli, dapprima, pensò di allungare l’abside della chiesa delle Stimate e di costruirvi la grotta con la statua della Madonna. Tale soluzione venne portata avanti al primo Capitolo Provinciale (febbraio 1946) presieduto da don Vittorio Gardumi, e fu accettata con alcuni voti di scarto.
Al Capitolo generale (maggio 1946) la cosa non fu avallata e p. Fantozzi dovette escogitare altre soluzioni. Ma egli non è tipo da perdersi d’animo, anzi più crescono le difficoltà più si rafforza nella propria idea. Per questo progetto poi militavano il suo ardente zelo per l’Immacolata di Lourdes e il fatto che il primo Santuario, in piazza Cittadella, era nato per sua opera e volontà.
Pensò perciò di ricostruire il Santuario sul terreno della ss. Trinità, dal lato della via del Minatore, perché così sarebbe stato vicino alla ricostruenda Scuola Apostolica. Ricordo che nell’autunno del 1946 – ad Affi – egli mi fece vedere ed esaminare un progetto, redatto da lui stesso, di un simile Santuario, affinché appoggiassi l’idea presso il Consiglio, essendo io stato da poco eletto consigliere provinciale (13 luglio 1946).
Poi pensò di chiedere la chiesa della ss. Trinità, prolungarne l’abside e costruirvi la grotta, ma non ne fu nulla.
Una simile soluzione pensava di adottare pure con la chiesa di s. Pietro Incarnario, via Stradone Maffei, semidistrutta.
Due tentativi più seri e più a lungo coltivati furono fatti per la chiesa di s. Antonio sul corso Porta Nuova. L’idea era quella di comperare dalla diocesi la chiesa distrutta e l’annesso ex convento dei Gesuiti, sede di una stazione di carabinieri (Caserma Pastrengo) di proprietà dell’Amministrazione Provinciale. Quindi costruire in quella zona il complesso delle Stimate (scuole, convitto e annessi). E trasferire la Scuola Apostolica nella sede delle Stimate, vicino alla tomba del Fondatore.
L’idea piacque a parecchi e non era contrario neppure il Generale, p. Dionigi Martinis. Però tutto morì quando il Vescovo chiese una cifra elevata per cedere la chiesa, e l’Amministrazione Provinciale, nonostante le ripetute promesse dell’arch. Vincita – vicepresidente della Provincia di Verona – di dare in donazione o almeno ad un prezzo di favore l’area, chiese invece £ 4.000 al metro quadrato.