NUOVI COMPAGNI - 23.11.1932

A Bombay sbarcarono molti passeggeri, quasi tutti indiani, ma nello stesso tempo ne salirono altri, molto di più, e si formò sul ponte la quarta classe. Questa quarta classe è costituita da cinesi e da alcuni indiani. Portano con sé tutto, cibo, vesti, casse, masserizie, pignatte, ceste, merci, tutto perfino il letto che consiste in una semplice stuoia, stesa per terra; coperte niente perché c’è caldo da morire; si provvedono tutto loro, la nave non ci mette che quattro palmi di ponte. Lì stanno tutto il giorno e tutta la notte: sdraiati o con le gambe incrociate, mangiano, bevono, giocano alle carte, fumano, fanno chiasso e dormono lunghi distesi. Passando vicino avete la sensazione di trovarvi in un giardino zoologico, l’odore è perfettamente uguale, odore da selvaggio, vi può sembrare a prima vista un covo di fiere. E invece no, sono dei buoni cinesi, lì come le bestie, ma sempre cinesi, e, fino a prova contraria, uomini come noi, ma come dentro ad un serraglio, con un odore da fiera.

A bordo c’è pure tra le altre una simpatica famiglia di indù: papà, mamma, nonna e cinque sei marmocchietti. La nonna, una vecchietta con la faccia sporcata da segni e tinte bizzarre, con perle al naso (da una parte sola) e agli orecchi, scalza con due piedacci callosi e sporchi, che fanno venire il mal di mare solo a guardarli; vestita all'indiana, col velo in capo. Viene spesso con noi sul ponte, portando con sé i suoi vispi nipotini, neri di pelle, di capelli, di occhi, di tutto; due occhioni birichini, con ornamenti al naso, braccialetti alle mani ed ai piedi, collane di perle al collo. Hanno sempre con sé i loro amuleti: specie di medaglie con figure orribili; e le tengono care, tanto care. Le volemmo vedere. «Ma via, che cosa è questo giallo qui? Sembrano sporcate col tuorlo dell'uovo. Eh sì, anche l'idolo deve mangiare, guai se durante il viaggio patisce la fame, non ci prodigherebbe più le sue benedizioni, e per noi sarebbe finita».

Sono tanto buoni poveretti; stanno vicino alle suore e vogliono vedere il loro Crocefisso, le loro corone e medaglie. Parlano con gesti, e il papà con un po' di inglese. La vecchietta viene tutte le mattine sul ponte, con uno o più nipotini in braccio: se li fa sedere accanto, o li pone sotto il suo ampio vestito, come la chioccia fa con i suoi pulcini, e, mentre dormono, essa si mette gli occhiali, e con il suo bravo libriccino di preghiere, prega a lungo; poi si leva con soddisfazione gli occhiali e schiaccia un sonnellino.

Oggi la giornata è semplicemente magnifica. Il mare è tanto calmo che sembra olio. Prende di tratto in tratto varie tinte, tutte belle, fantastiche. Ora sembra un tappeto istoriato, ora una tela immensa con leggere e graziose increspature, ora un pavimento di tavole bellissimo, in ebano, in noce, in castagno; ora è verissimo marmo con tutte le più varie e le più belle venature. Per di più è contrario al suo solito, trasparente come il cristallo, e si vedono pesci, alghe, e anguille d'ogni forma e d'ogni specie.