ARITMIA CARDIACA

Si manifestò nell’ottobre 1989, di mattina, mentre lavoravo nella parrocchia di s. Benedetto in Barretos. Mi sentivo senza fiato, senza respiro. Pensai che stavo per morire.

Si dice che l’egoismo muore tre giorni dopo la sepoltura! In quella mattinata scrissi un biglietto di addio dicendo che lasciavo “i soldini” per i poveri. E riuscii a dormire. Mi svegliai che stavo meglio. Allora strappai il biglietto con soddisfazione “egoista”.

Consigliato da padre Cesare andai dal dottor Onibar, cardiologo. Diagnosi: aritmia, medicine, calma e minor lavoro. Andai in Italia. Mia sorella mi portò dal cardiologo: la stessa diagnosi. Tornai in Brasile: nuovamente lo stesso “coagulo passeggero”.

 

ADDIO, “BIONDINA”!

Congedo dalla birra ghiacciata. Nel giorno 10 agosto 1994 cominciai il trattamento per l’aritmia cardiaca che si era manifestata nel 1989. Penso che padre Luciano Orlando Giovanni, chiamato affettuosamente Lu, mi diede la forza per cominciare e resistere fermamente fino ad oggi, 10 agosto 1996.

Orario dell’autobus: mezzanotte. L’infermiera era la Guiwa, che ebbe cura di padre Lu finché egli morì. Adesso si prende cura di Paciano. Lei stava alla stazione, aspettando ansiosa. E lui, il matto, giocava a carte e beveva birra, “la biondina”, una dopo l’altra, tra fumatine di sigarette “free”.

Dicono che mi scolai 7 o 8 bottiglie: era un addio per sempre. Ultima fumatina, ultimo abbraccio all’amata, e andai alla stazione! La Guiwa quando mi vide, tirò un profondo sospiro.

Lei pensava, così mi disse dopo, che non volessi più partire.

Imparai che senza l’aiuto dei veri amici, non si combina niente.  

Signore, benedici tutti!