“ROSPETTO”

Con 47 cm in meno di intestino, Paciano divenne scorreggione.

Ma il tempo passò. Padre Luciano, assistito con dedizione dall’infermiera e amica Guiwa, venne a mancare: lasciò il “bozzolo”, come egli diceva, e andò in Cielo. Paciano cominciò a frequentare la famiglia dell’infermiera: Le, Lu e la figlia Milena di tre anni.

Un giorno dovetti correre nell’orto per liberare una scorreggina. E Milena mi correva dietro! La mamma gridava: «Vieni qui, Mi, o il rospo ti salta addosso!».

Giorno dopo giorno, Milena, non tanto stupida, scoprì cos’era il rospo. E cominciò a correre dietro, ma tappandosi le narici, si girava subito muovendo la mano: «Mamma, come puzza Ciano, nell’orto, quando fa scappare il rospetto!».

Ormai la maggior attività di Ciano era nell’orto.

Milena di 4 anni domandò, con la maggior semplicità di questo mondo: «Zia Guiwa, Paciano è andato a mollare una...?».

«Va là, il rospo non puzza. Sta guardando», rispose la zia. E gli adulti, maturi, per disprezzar questa cosa, ridono.

 

Messaggio:

“Poi, riunita la folla, disse: Ascoltate e intendete! Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo!” I farisei si scandalizzarono.

 

Gesù rispose:

“Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e va a finire nella fogna? Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l’uomo.

Dal cuore infatti provengono

i propositi malvagi, gli omicidi… le bestemmie.

Queste sono le cose che rendono immondo l’uomo, ma il mangiare senza lavarsi le mani

non rende immondo l’uomo”. (Mt 15, 10-21).