SAN LEONE MAGNO MILANO

È la prima parrocchia della mia missione sacerdotale.

Dopo due mesi di ferie trovai nella mia camera un messaggio del Superiore Provinciale che mi inviava a Milano. A quell’epoca si faceva così. E là andai.

Parrocchia di periferia della città più industrializzata d’Italia. La pastorale seguiva il rito ambrosiano e lo spirito stimmatino con gli Oratori Mariani per gli adolescenti e i giovani. C’erano molte confessioni. Nel tempo di Avvento era abitudine passare nelle famiglie per la benedizione e ricevere l’offerta. Come visitare tutti in così poco tempo? Nel mio settore calcolai 80 visite alle famiglie per giorno in circa due ore. E così per 15 giorni. Qualche seme della Parola di Dio certamente fu buttato. Ma oggi io trovo, e non solo io, che per la visita pastorale è necessario più tempo per poter ascoltare e parlare a volontà. So che oggi è così.

La pastorale degli Oratori per adolescenti fu valida per la convivenza umana e cristiana, per il catechismo e i divertimenti.

Quando giocavamo a pallone, io mettevo la palla in mezzo alla veste talare e la portavo fino a fare goal! Le proteste erano generali. Una volta sono riusciti a togliermi la veste a forza. Allora dovetti mostrare la mia capacità di giocare senza trucchi.

Quanto freddo ho sofferto nella sede dell’Oratorio che era una baracca senza riscaldamento!

Non vedevo l’ora che il parroco mi chiamasse per le confessioni in chiesa.

E i malati? Li visitavamo in famiglia o all’ospedale. Nel mio primo anno pastorale ebbi come incarico la cura dei malati di cancro.

Durante la s. Messa diventavo rosso per la paura e la vergogna, specialmente al momento della predica.

 

Ringrazio lo Spirito che mi ha aiutato a superare tutte le difficoltà.

Grazie!