HONG - KONG 

Hong-Kong è il nome della colonia, ma più propriamente è il nome dell’isola e vuol dire: “Rio Profumato” (in pechinese si dice “Hsiang Kang”). Sarebbe il nome di uno di quei torrentacci che scendono dai picchi di cui è piena l’isola. È poco estesa (63 Kmq) ed è tutta montagna brulla; e sarebbe ancora più brulla se fosse cinese. Il cinese è gran divoratore di legname. Nel nord della Cina le selve antiche sono state completamente distrutte.

L’isola è triangolare: ha un vertice al sud e gli altri due si trovano uno ad est ed uno a ovest. Il porto si trova sul lato nord, nel braccio di mare che divide l’isola dal continente. Le navi minori attraccano all’isola; quelle grosse attraccano a KOW-LONG, sul continente. Le navi militari stazionano in mezzo al canale.

La città sull’isola si chiama Victoria, ed è stretta fra l’acqua e il monte. Vi sono pendenze del 30 e 40 per cento; molte sono le scale. Il picco che sovrasta la città è alto 600 metri e vi si sale con funicolare. Per mancanza di spazio la città e lunghissima - quasi tutto questo lato dell’isola. È insalubre, perché volta al nord e coi monti a ridosso, che le tolgono la ventilazione meridionale. KOW-LOON è migliore: si è sviluppata e sta sviluppandosi grandemente: con file di palazzi modernissimi di stile novecento. Anche là non mancano monti e colline. Per far giungere la ferrovia fino al porto si è dovuto tagliare un dosso di viva pietra. Su quel tanto che ne è restato sta appollaiato il piccolo osservatorio. L’osservatorio astronomico ha una funzione importantissima: segnala alle

due città l’avvicinarsi dei tifoni: con allarme e preallarme, ed altre indicazioni del caso. Perché i tifoni ed i cicloni, quando arrivano, sono molto più temibili e disastrosi delle incursioni aeree di triste memoria. Si può dire che il mare compreso fra le Filippine, Formosa, il continente, l’Annam e Borneo è la casa dei tifoni. Il perno centrale è l’isola di HAI-NAN: ordinariamente là scaricano tutte le loro ire. Quando l’osservatorio dà l’allarme le autorità dispongono le più varie misure di difesa; i cittadini sbarrano le case, e le navi si spostano in bacini più ampi, in modo da poter fluttuare senza cozzare. Non c’è molo o àncora che tenga: l’ira del tifone viene dal cielo. Troppe volte, nella breve storia di cento anni che conta la colonia, il tifone si è fatto beffe di tutte le difese degli uomini. Le due città unite insieme contano circa un milione di abitanti; ma in questi ultimi tempi la popolazione si è enormemente accresciuta, per il continuo afflusso di rifugiati (che fuggono dal paradiso rosso...). 

La colonia fu costruita in tre tempi. Nel 1841 la Cina cedette l’isola. Venti anni dopo concesse la punta della penisola, che era del tutto deserta tranne un piccolo centro in fondo alla baia, il quale le ha dato il nome di “KOW-LOON” (Nove draghi). Il terzo tempo venne nel 1898: quando la Cina cedette in affitto per 99 anni il Territorio Nuovo, e l’isola di LAN-TAU: in tutto 880 Kmq, mentre le prime 2 parti raggiungevano appena 125 Kmq. 

Vita religiosa della colonia

La vita religiosa cattolica nella colonia ebbe inizio coi molti soldati cattolici irlandesi, che militavano sotto le bandiere di sua Maestà Britannica. Specialmente nei primi tempi della occupazione, ma poi ancora per molto tempo, la mortalità fra i soldati era alta: per la malaria, per i disagi e per la mancanza di attrezzature, e per il clima tropicale. HONG-KONG si trova al sud del Tropico del Cancro, come la Mecca in Arabia e Halfa nell’Alto Egitto.

Nel 1841 il Procuratore di Propaganda a Macao veniva espulso dal Governatore Portoghese per non essersi mostrato ossequiente ai pretesi diritti del Protettorato Portoghese su tutte le Missioni dell'Estremo Oriente.

Per rimediare alla critica situazione del suo rappresentante e per soccorrere i poveri irlandesi, che morivano senza assistenza religiosa, la Congregazione di Propaganda F'ide eresse in Prefettura Apostolica la nuova colonia britannica. Là trovò rifugio e abbondante campo di lavoro il rev. Teodoro Joset, svizzero, che era appunto il Procuratore Generale per l’Estremo Oriente di tutte le missioni di Propaganda. Aveva con sé circa una ventina di

ragazzi, primo germe del futuro seminario, e con essi dovette abitare in capanne fatte con foglie di palma. L’erezione era stata fatta il 22 aprile 1841, ed il 5 agosto dell’anno seguente il suo primo superiore e fondatore era già morto. Gravi e tristi furono le vicende della Missione durante i primi venti anni. I Missionari della società milanese vi furono prima chiamati ed accolti come coadiutori, ma finché l’opera non fu loro affidata interamente non poté fare molti progressi. Un personale vario e avventizio difficilmente può fare prosperare un’opera di impegno, quale è una Missione nuova. Dal 1867 i Missionari di Milano ne sono i soli incaricati, ed hanno sviluppato tutte le opere cattoliche in modo sorprendente. Saggiamente non vollero fare tutto da soli, ma, fin dal principio, chiamarono in loro aiuto molti istituti religiosi. Vi avevano trovato le suore di San Paolo di Chartres, ma vi chiamarono subito anche le Canossiane, i Fratelli delle Scuole Cristiane, gli americani di Maryknoll, i Gesuiti irlandesi, i Salesiani ecc. 

Al presente vi sono una decina di istituti maschili e altrettanti femminili. Molti altri vi hanno le loro Procure o delle residenze.

Ho già fatto cenno del Centro Cattolico - inaugurato il 5 novembre 1945 - il quale sarebbe come il cervello coordinatore delle opere più moderne. I Fratelli delle Scuole Cristiane vi hanno due collegi grandi e modernissimi. I Salesiani hanno tre collegi, e stanno per aprirne un quarto sul continente a COW-LOON. I Gesuiti irlandesi hanno anche loro un gran collegio.

Per le opere di educazione femminile, le prime sono le Canossiane, che presso la Cattedrale hanno una vera cittadella, e poi hanno altre opere per tutti i rioni della città, e anche all’interno della Missione, che si estende oltre il territorio inglese, fin proprio nella Cina.

Le Suore di San Paolo hanno anche loro due collegi, Ospedale, Opera della Santa Infanzia tutto in grande e moderno, quanto i missionari dell’interno della Cina neanche possono sognare.

Vi sono poi le Domenicane di Maryknoll con grandi scuole e collegi anche loro.

Le Piccole Suore dei Poveri tengono una casa modello di Ricovero per i vecchi.

Bisogna tener presente che HONG-KONG è una città cosmopolita al massimo. I bianchi sono un’infima minoranza, ma sono quelli che comandano. Provengono anch’essi da tutte le parti del globo.

I cinesi sono circa il 96 %, ma non sono nemmeno loro i soli gialli: tutte le altre nazioni gialle vi sono rappresentate: giapponesi, coreani, annamiti, indonesiani. Non mancano i neri e i meticci, che in genere provengono dalla colonia portoghese di Macao. Vi sono poi i Malesi e gli Indiani, che non sono né bianchi né neri, ma che con gli inglesi hanno molto a che fare, e camminano per le vie con aria di padroni.

I1 nucleo cattolico fu sempre di origine portoghese in tutte le parrocchie e fondazioni; ma ora i cinesi li hanno raggiunti e stanno superandoli.

Per lavorare ad HONG-KONG i sacerdoti devono sapere almeno tre lingue: inglese, portoghese e cinese (cantonese). Il cinese ufficiale o mandarino pechinese serve pochissimo, soltanto con la gente più istruita. Ad HONG-KONG bisogna parlare: o cantonese, o puntì, o hoclauche: sono tre sottolingue cinesi, molto più diverse che i semplici dialetti. In città può bastare il cantonese; ma nei distretti dell’interno della Missione occorrono assolutamente anche le altre lingue.

La Missione comprende tutto il territorio inglese più, due volte tanto, sotto il dominio dei rossi cinesi, in modo che la colonia inglese viene a costituire soltanto un terzo della Missione o Diocesi.

Tutti gli abitanti, di qua e di là del confine, raggiungono la cifra di quattro milioni, ed i cattolici sono appena 40.000 (= 1 %). I fanciulli e le fanciulle educati nelle scuole cattoliche passano i 20.000, ma fra essi, soltanto 5.000 sono cattolici.

Gli ospedali sono 7 ed ospitano ogni anno 10 mila ricoverati.

I Dispensari sono 9 ed hanno curato nel 1949-1950 69.530 pazienti.

Nei distretti dominati dai rossi la vita cattolica ora è ridotta a zero. 

La situazione presente.

Nel giugno dell’anno scorso il Vescovo Mons. Valtorta celebrava il 25° di Episcopato: ai primi di settembre morì. Aveva già da due an­ni il suo Coadiutore con diritto di successione, e la Diocesi avrebbe dovuto trovarsi immediatamente a posto e provveduta. Invece no. È andata così: dopo le feste del 25°, il vescovo coadiutore uscì in visita pastorale, ed essendo uomo di provato coraggio si è portato anche in zona rossa, dove è stato arrestato. Prima fu tenu­to prigioniero in un villaggio cristiano, poi fu trasferito in un altro; infine i signori padroni hanno pensato accuratamente a far perdere ogni traccia. Non si sa perché sia stato arrestato. (Veramente è inutile nutrire dei dubbi al riguardo di questi casi). Non si sa se sia stato giudicato, né quando potrà tornare (se potrà tornare), monsignor Bianchi. La Diocesi dunque è senza il suo capo, e d’altra parte la Santa Sede non si sente di provvedervi, perché la provvisione era stata fat­ta per tempo.

A HONG-KONG è rifugiato il Nunzio Apostolico, che lavora intensamente per rifare, almeno in parte, quanto ha dovuto dare alle fiamme nel­la sua prigione di Nanchino. Lui e il suo Uditore (Riberi - Caprio), i suoi due segretari, hanno perso anche ogni oggetto personale. Dopo tre mesi di duro carcere (giugno, luglio, agosto) nella loro piccola residenza, dopo sfibranti interrogatori (12 ore di fila), i tre forestieri venivano espulsi, il segretario cinese veniva passato alle carceri patrie, dove la libertà del popolo ha la sua sublimazione.

Ad HONG-KONG vi sono o vi erano altri vescovi che da quella specola cercano ancora di vigilare sulle greggi dalle quali sono stati allontanati: ma cosa volete che possano fare?

La cortina di bambù è forse meno permeabile che quella di ferro?

Io ero ancora laggiù quando arrivò da Canton Mons. Gaetano Pollio, arcivescovo di KAI-FENG (ora in Italia). Andammo tutti a riceverlo alla stazione di KOW-LOON: c’erano anche i membri della Nunziatura. Ci apparve sorridente e affabile, pure con una barbaccia lunga di sei mesi. Era accompagnato da due dei suoi Padri, che avevano condiviso in tutto la sua sorte, e anche da un altro, che aveva patito poco di meno, rinchiuso nella sua residenza. Dopo qualche giorno li vedemmo racconciati e vestiti un po’ meglio, l’Arcivescovo era diafano, e per più settimane dovette ricoverarsi in ospedale.

C’era anche un vescovo cinese; un italiano Lazzarista, e poi altri ancora, che io vidi solo di sfuggita.

E poi, cosa credete? - Che così possa durare a lungo?

Quelli di HONG-KONG tendono a pensare che sì, ma noi, espulsi dall’interno, eravamo di altra opinione: prevedevamo l’invasione anche di HONG-KONG.

Quello che pensano gli inglesi, io non lo so; ma quello che fanno lo vedono tutti, anche i lontani dai teatri della politica.

Laggiù poi si vede soprattutto quello che fanno i cinesi comunisti.

Il 1° ottobre inaugurarono il più alto grattacielo della città, che è la banca dei comunisti. I nazionalisti l’avevano incominciato, ma poi, per sentenza inglese, è passato ai comunisti, che adesso l’hanno finito ed inaugurato. All’aeroporto ci sono almeno una trentina di aerei, che erano dei nazionalisti ed ora sono dei comunisti ma non possono essere asportati perché sono sotto sequestro. I comunisti, più che cancellare la bandiera nazionalista e dipingervi quella comunista, non hanno potuto fare. Intanto gli apparecchi sono là, all’acqua e al sole: a marcire. E se capitasse qualche ciclone di quelli rispettabili, forse non resterebbero nemmeno i paletti a cui sono legati.

Sono tutte cose più che risapute da chi segue un po’ le cose dell’Estremo Oriente, ed è inutile che io mi dilunghi di più. 

Parma 4 marzo 1952 

P. Mario Stefanini