Lunedì 23 Maggio 1949

Attorno al paese ci sono certi stagni e certe fosse di scolo, dove i contadini lavorano il concime. Dopo questa prima pioggia queste fosse sono il trionfo delle rane. Questa mattina appena levato, sembrava che il paese fosse in vestito da oriente e pareva di sentire una nutritissima fucileria. Non ho mai sentito un gracidare così alto e così intenso. Oltre i ranocchi “ranocchi”, ci sono anche i ranocchi “umani” che prendono d’assalto questi stagni.

Ne vedete un po’ dappertutto nel paese, ma attorno agli stagni li vedete a frotte. Qui gli uomini vanno a torso nudo ed a capo scoperto, con le sole scarpe e i calzoni; appena le donne ed i ragazzi vanno vestiti del tutto; i bambini sotto i dodici anni vanno proprio come i ranocchi. 

Martedì 24 Maggio 1949

Mercato: mi concedono di uscire per farmi tosare, ma non trovo. Sono senza forze. Sto a giacere più di mezza giornata.

I cinesi sono sporchi in tutto, ma non negli strumenti di lavoro: li puliscono con vera gelosia. Voi vedete il muratore strofinare la cazzuola e gli altri attrezzi appena stacca il lavoro, prima di mettersi a mangiare.

Con altrettanta cura il contadino pulisce la zappa ed il badile perché siano agili all'uso quando dovrà riprendere la fatica. Dopo ciò non importa se la scodella dove mangia non è molto lavata; quello stesso cencio che gli serve per asciugare il sudore e per strofinare la polvere, gli servirà per dare una ripassata alla scodella ed ai bastoncini di cui si serve. La sera, prima di stendersi sul k’ang, la scopa gli serve per prepararsi il suo giaciglio e per levare la polvere della giornata dai piedi. 

Mercoledì 25 Maggio 1949

La grettezza mentale e il diabolico zelo della falsa virtù non permettono al Commissario di farmi avere qualche pezza per rammendare la mia camicia o qualche libretto per occuparmi. Non mi permettono di uscire dal cortile, ma qui non trovo nulla da fare. Penso che ogni sistema di governo voglia le sue vittime.

È duro provare sulla propria persona simile avversità. È però insita alla natura umana l'incapacità di provvedere a tutto e a tutti.

Del resto, più che per motivi politici o simili, credo di essere qui per causa della malattia inguaribile di questa gente: xenofobia: l’odio allo straniero perché è straniero e non per altro.

Chin-She-Hwang, che portò a termine la grande muraglia 200 anni prima di Cristo era anche lui uno xenofobo, ma lo era molto meno dei comunisti cinesi del 1949 d.C... 

Giovedì 26 Maggio 1949

Ascensione. Ozio completo; non riesco ad aver niente né da Pechino né dalla Questura.

La Russia fa scuola in tutto qui. Le giacche ampie e lunghe, col collo chiuso, fanno scomparire questi ragazzi della Questura. Sono di media statura ed esili di membra. Per figurare bene dovrebbero avere la statura dei russi allora il cinturone darebbe alla giacca una rassomiglianza col gonnellino. 

Venerdì 27 Maggio 1949

Comincio a guardare da solo il catechismo cinese. Mi ci vorrebbe un aiuto, ma il mio angelo non ci si arrischia: guai a cooperare col nemico! In una cosa simile poi... anche meno: catechismo! 

Sabato 28 Maggio 1949

Trovo modo di occuparmi in qualche cosa in cortile e ne ho un po’ di sollievo. Questo ozio forzato è la distruzione completa dell’uomo fisico e morale. 

Domenica 29 Maggio 1949

Alle 9 vengo chiamato dal capo Wang, che in buonissimo pechinese mi ricanta la storia del passaporto popolare. Me la ridice fino a stordirmi: finisco col mettermi a ridere. Ci tiene a sottolineare che questo è l’unico motivo del mio arresto. Dovrò essere condotto al governo del CHA-HAR a KAL-GAN e poi a Pechino dal governo generale, e in ogni sede rendere conto di me stesso. Così il viaggio si allunga.

Quando partirò di qui? Intanto sono già passati dieci giorni. 

Lunedì 30 Maggio 1949

I cinesi sono degli “illustrissimi miserabili” e ciò va inteso dando alla parola “illustrissimo” tutto il senso che una volta aveva: formalismo, compitezza, fatuità, soddisfazione di sé; e dando alla parola “miserabíle” tutto il suo pieno valore.

Ho prestato aiuto a rifare una capanna dove vengono conservati i detriti più scadenti e svariati come prezioso combustibile, da usarsi con grande parsimonia. Essendosi bagnato nei giorni scorsi, è stato messo ad asciugare e poi, di nuovo, diligentemente raccolto. Così hanno fatto i vicini del mio padrone di casa, così ha fatto lui, così fanno tutti. Siamo in una regione ricchissima di carbone. Povera Cina! Credere ed essere persuasi di essere signori, in pratica dà tanta soddisfazione quanto esserlo davvero. 

Martedì 31 Maggio 1949

I nuovi padroni, con la loro dedizione cieca, completa alla Russia, sono i primi che dall’interno hanno aperto una grande breccia nella grande muraglia. Tutti gli altri colpi venuti dall’esterno hanno avuto il loro effetto, ma forse non potranno nemmeno paragonarsi a questo, partito dalla massa cinese. Le tresche con gli anglo-americani sono state sempre pure manovre politiche. Questo nuovo grande movimento (se veramente è tale) verso il grande vicino è fatto sotto una tinta politica destinata a scomparire come tutte le tinte. Quello che si può sperare che resti è la grande apertura praticata nella barriera millenaria.

Se la Russia è destinata a tornare alla fede cattolica, servirà come massa d'attrazione per quest’altra grandissima massa. E non ci voleva di meno: si tratta proprio di aggregati umani giganteschi. Tutto ciò avviene tra grandi spasimi per la massa gialla, sottoposta ad un così violento ed impensato trattamento, ma l’ago passa ed il filo resta.

Maria, Mediatrice di tutte le grazie, Pregate per noi! 

Mercoledì 1° Giugno 1949

Quinto giorno della quinta luna: si mangiano i pasticcini di miglio giallo con giuggiole. Così vuole l’uso antico. Da che abbia avuto origine loro non sanno, ma da fedelissimi conservatori l’osservano lo stesso puntualmente.

I miei padroni della Questura mi servono anche un po’ di carne; loro possono trattarsi meglio del povero popolo, e così ne fanno parte anche a me. Quasi me ne vergogno. Ho due soli pasti al giorno, ma sto assai meglio dei padroni di casa, che mangiano solo miglio e sempre miglio: la mattina, a mezzogiorno e la sera. La farina di granoturco è già una cosa straordinaria. E poi quelle quattro rape salate... e poi acqua fresca... perché non hanno combustibile per bollirla... e questa è la più grave privazione per un cinese. 

Giovedì 2 Giugno 1949

È tornata la figlia del padrone di casa, e tra 1ei e sua zia curano un po’ meglio la cucina.

60 giorni che partii da casa. 15 che son qui.

Finalmente trovano uno che mi serve di barba e capelli. È anziano, ma ha polso fermo, sebbene debba inforcare gli occhiali. Al tempo dei giapponesi era l'unico barbiere stimato da loro. È cristiano ed è felice di scoprire che sono sacerdote. In paese ci saranno una trentina di cristiani. Come tutti i cinesi fa il suo mestiere con molta coscienza e, se non lo fermo a tempo, mi rade anche le sopraciglia. Gli regalo uno dei nostri calendari cristiani.

Verso sera il padrone di casa comincia a dare una seconda mano di fango al tetto (tutto di fango e non di tegole) già mal ridotto dalla prima pioggia. Per passatempo mi presto a far da manovale. 

Sabato 4 Giugno 1949

Scrivo una lettera a Mons. Martina. Penso che la prima non sia stata spedita. Dubito anche, se sia possibile che mi rispondano. Questa completa oscurità circa quanto avviene nel mondo è un gran fastidio. 

Domenica 5 Giugno 1949

Pentecoste. Cinquanta giorni che sono in prigione. Il mio ragazzo fa trapelare che fra qualche giorno si parte anche di qui. Dovrebbe essere la volta di CHANG-KIA-KOW (KAL-GAN). Vedremo.

I miei ospiti preparano l’aia in vista della prossima trebbiatura del frumento. Doveva essere già fatto ma la stagione, questo anno, è in ritardo; nei giorni scorsi hanno seminato il miglio. Il frumento è cresciuto stentato per la siccità. Il figlio minore è andato oggi a spigolare. La Cina è proprio un paese biblico: oggi è Pentecoste, festa del primo pane fatto col frumento nuovo. 

Lunedì 6 Giugno 1949

Lo spigolatore ieri sera si addormentò in cortile. Il padre lo chiamò più volte, ma non si mosse per andare a prenderlo. A mezzanotte il maggiore era ancora fuori, non so per quale rappresentazione, il piccolo dormiva profondamente sull'aia ripulita. Me lo presi in braccio e lo trasportai sul k’ang.

Alle 10.30 sono chiamato in Questura con le mie robe, per il controllo e la consegna. Alle 15.30 si parte per PAO-TING-FU e mi accompagnano due guardie con due fuciloni più grandi di loro. Alle 17.30 arriviamo. Alle 18 mi faccio servire un po’ di cena, non posso più reggermi, dopo il digiuno di ieri e di oggi e venti giorni di reclusione. Alle 23 ci sarà il treno per Pechino. Dalla Questura son partiti anche uno e una che viaggiano con noi. Chi sono? Non si può sapere. Lui è superiore di grado alle due guardie (tenente?), ma nessuno porta gradi. Lei, secondo il buon metodo comunista, dovrebbe essere un aggiunto femminile, perché le peculiari doti del suo sesso concorrano alla mia vigilanza. Quello che è certo è che i due se la intendono molto bene fra di loro e difatti restano a spasso fino a farci perdere il treno, dopo cinque ore di attesa, a cinquanta metri dalla ferrovia.